domenica 25 novembre 2012

Connettività a Banda Larga

Esempio di connettività a Banda Larga.
Tutto ad altezza uomo, per facilitare la manutenzione

mercoledì 21 novembre 2012

No' ghe xe gnanca el can

Mappe Mentali


Quello seduto vicino a me, armeggiava  con l’IPAD come ormai è consuetudine in molti meeting.  Alcuni, durante le presentazioni, spesso usano il Tablet,  come fotocamera per fissare lo schermo dove vengono visualizzate le diapositive PowerPoint.
Ma diversamente dagli altri, che spesso passano il tempo a guardare la posta o a prendere appunti,  la persona che mi sedeva vicino faceva strani disegni e schemi.
La cosa mi incuriosì e così, sbirciando di tanto in tanto, capii che quei disegni altro non erano che Mappe Mentali.
La materia non mi era nuova, da qualche tempo stavo cercando informazioni in merito, sia in Internet che in libreria, per provare questo metodo di esporre e annotare i concetti.
L’idea di esplorare le Mappe Mentale nasce dalla necessità rendere più efficiente l’apprendimento e lo studio, dovendo fare i conti con il poco tempo a disposizione.
Dopo un po’, approfittando di un momento di pausa, non mancai di chiedere informazioni. Il signore mi illustrò in pochi minuti le potenzialità del metodo e anche la facilità d’uso degli strumenti disponibili su Tablet.
In internet ho trovato un Blog che mi sembra interessante. mappe mentali

lunedì 19 novembre 2012

Dialogo


“ Buongiorno. Ho bisogno di fare un bonifico.” , dissi ancora prima di accomodarmi di fronte allo sportello.
La commessa intenta a parlare con l’altro collega della piccola filiale di banca,  mi guardava con una sorta di ansia tipica di chi sta aspettando qualcosa o qualcuno.
 Pensai che, in quella piccola filiale di banca, non dovevano essere molti i clienti e passare il tempo poteva diventare alquanto difficile.  Il numero del mio conto corrente, 457, in parte lo stava a confermare .
Mentre mi stavo sedendo, la signorina mi aveva già chiesto nome  e cognome  e già che lo ricordavo le passai anche il numero di conto.
Lei  armeggiò sulla tastiera e in pochi secondi confermò le informazioni, numero di conto compreso.
“Devo versare questa cifra a questo beneficiario con la seguente causale”, spiegai indicando sul foglio che avevo nel frattempo appoggiato sul tavolo.
“In pratica mi vado a svuotare il conto”, aggiunsi quasi a giustificare il fatto che dopo il bonifico sarebbero rimaste poche decine di euro.
“E’ una fortuna di questi tempi poter svuotare un conto “, disse la commessa, con tono scherzoso ma seria in volto, “Vuole sapere quanto soldi ho nel mio conto ?”
Non risposi, “Meglio far cadere l’argomento “,  pensai mentre la osservavo riempire il modulo con le informazioni che trovava  nel foglio.
“Ieri avevo cercato di fare il bonifico via Internet, ma il sito non funzionava”, dissi cercando una spiegazione alle difficoltà che il giorno prima avevo incontrato, cercando di usare il sito Internet.
La ragazza, ancora tutta intenta a compilare il modulo, alzò gli occhi e fu lesta a darmi la risposta, quasi mormorando le parole, appiccicandole il più possibile.
Mi ricordava la situazione di quando a scuola, non sapendo una risposta, si cercava di evitare la scena muta biascicando qualcosa di quasi incomprensibile.
Non  capii immediatamente ma mentalmente, rilessi la frase appena percepita e solo al secondo giro riuscii a decifrarla :
“Si è vero, succede, forse era colpa del tempo”, aveva un attimo prima detto la commessa.
Non replicai, ma pensai tra me e me : “ Che fosse colpa dell’umidità?”.

venerdì 16 novembre 2012

Ordine Pubblico


L'ordine pubblico è quell'insieme di norme fondamentali dell'ordinamento giuridico riguardante i principi etici e politici la cui osservanza ed attuazione è ritenuta indispensabile per l'esistenza di tale ordinamento.”
Questa è la prima riga della definizione che si trova su Wikipedia, che poi continua con una spiegazione molto accurata.
Si parla di ordine pubblico, ad esempio, ogni qualvolta una manifestazione esce dai binari della normale protesta democratica, sfociando in scontri e violenze. Le manifestazioni di protesta di questa settimana, che in alcune città sono state caratterizzate da violenti scontri con la polizia, sono state l’occasione per aprire discussioni e confronti sulla violenza e sulle misure per fronteggiarla. Purtroppo la violenza di pochi porta  spesso a offuscare le valide motivazioni della protesta.
La violenza è sempre un comportamento da condannare, quando in un paese democratico c’è la libertà di manifestare a favore o contro l’operato dei governi. Spesso l’imponenza di certe manifestazioni ha indotto azioni correttive riguardo a leggi che apparivano oltremodo impopolari. Manifestare è un diritto, mentre la violenza è un sopruso mai giustificabile.
Ma ritornando alla definizione di Wikipedia, il concetto di Ordine Pubblico sembra essere ben più ampio ma pure sul significato di violenza vorrei fare delle considerazioni.
Tutti contribuiamo all’ordine pubblico perché seguiamo “principi etici e politici” dettati dall’ordinamento giuridico. Chi non si attiene a queste regole va in qualche maniera perseguito. La polizia si preoccupa di garantire la sicurezza dei cittadini reprimendo e isolando i violenti. Così accade o dovrebbe accadere anche nelle manifestazioni. La realtà a volte è diversa e le discussioni e le  testimonianze di questi giorni riportano nuovamente a galla la questione : appare difficile isolare i violenti dai normali cittadini e, per questo motivo, quest’ultimi vengono confusi con i primi.
Penso sia corretto condannare la violenza ma è altrettanto corretto usare le giuste contromisure.
Ma veniamo al discorso relativo alla violenza. Tutti noi riconosciamo il concetto di violenza legato a azioni che ledano, anche fisicamente, la libertà e l’incolumità dei singoli cittadini. Quindi quando vediamo atti di violenza la condanna è immediata e anche le misure atte a reprimerli scattano il più delle volte in tempi brevissimi.
Ma non sempre la violenza è palese condannabile e immediatamente reprimibile. Mi riferisco all’imbarbarimento etico politico che ha portato a vivere la crisi che ha fatto nascere le proteste di questa settimana nelle città di tutta Europa.
Limitandoci al nostro paese e alle notizie di mala politica, cattive amministrazioni e uso privato di risorse pubbliche mi viene naturale classificare tutti questi atti nella categoria degli atti violenti. Anzi lo sperpero di milioni di euro da parte di politici e amministratori, va a limitare e incidere sulla libertà dei singoli cittadini, oserei dire, in modo analogo a chi con una spranga spacca una vetrina.
Pensiamo a come una corretta amministrazione del bene pubblico potrebbe garantire una scuola che dia un futuro ai nostri figli, una ricerca capace di rinnovare il tessuto produttivo del nostro paese oltre che una gamma di servizi nel segno della solidarietà verso chi è meno fortunato.
Sono inaccettabili errori di bilancio di milioni di euro, quando ciascuno di noi spesso deve fare i conti con il singolo euro. Questa è una violenza e una mancanza di rispetto che non deve essere accettata a tutti i livelli, partendo dai più piccoli enti locali passando per i partiti (dove chissà perché regna l’approssimazione), sino ad arrivare ai livelli più alti dello stato.
Quindi perseguiamo i violenti, quelli che rovinano le manifestazioni, ma anche coloro che con la  cattiva gestione del bene pubblico attentano alla qualità della vita di noi tutti. Mi verrebbe da dire  … prendiamoli a manganellate!, come fanno gli agenti con certi manifestanti, ma soprattutto mandiamoli via, impedendo loro di toccare ancora un solo cent  di bene pubblico.
L’imbarbarimento di questi ultimi anni ci ha portato a tollerare i furbi e i ladri che rubavano dalle nostre tasche. Cambiare la classe politica penso sia fondamentale ma è fondamentale garantirne il ricambio, impedendo che la politica diventi un lavoro quando deve rimanere una missione oltre che un servizio.

martedì 13 novembre 2012

Autunno


Non fa più il freddo di qualche giorno fa. Il termometro della carrozzeria sembra fisso sui 9 gradi. Fa caldo direi, vista la stagione. Siamo già oltre San Martino, un tempo portatore di cieli tersi ma anche di gelate notturne. Quest’anno ne gli uni ne gli altri. Per una volta tanto, solo umido, pioggia e canali colmi d’acqua tanto da trasmettere un sottile senso di angoscia. Da queste parti tutto è piano, quasi tirato a bolla, tanto che sembra impossibile prevedere dove l’acqua, uscendo dai canali, andrebbe a raccogliersi.
"L'acqua fa 'iveo!", si dice qui da noi, ma si ha la sensazione che a far livello si sia lavorato già molto.
A dire il vero, l’acqua in questi giorni non ha badato a spese. Caduta, come poche volte in questa stagione, ha fatto riapparire rivoli quasi invisibili e alzato il livello dei canali in modo preoccupante.
L’umidità entra nelle case e, solo il tepore delle stufe e dei termosifoni riesce ad allontanarla dalle ossa e mitigare quel senso di freddo che si annida sotto le vesti, come quando la febbre preannuncia l’influenza.
Dopo le piogge, un tempo arrivava il freddo, accompagnato dalla nebbia e dalla brina.
La nebbia,già da qualche anno, qui nelle campagne del veneziano sembra aver traslocato. Non è più di casa come un tempo e, quando riappare la si accoglie con quel senso di positivo stupore simile a quando ripassa in paese qualcuno  andato ad abitare lontano. Non nascondo che qualche volta ne sento la mancanza. L’autunno non sembra più lo stesso senza la nebbia e le gelate che imbiancavano i campi al mattino.
E’ vero, con il passare degli anni sono cambiate le stagioni. Loro sono cambiate mentre io sono invecchiato lasciandomi dietro le spalle cose che mai più torneranno, come le gelate mattutine della mia infanzia.
Ogni cosa ha il suo tempo riflettevo in questi giorni, pensando agli affetti, agli amori ai sentimenti di un tempo e a quelli di oggi. Ogni tempo ha il suo amore e ogni amore può trovare un suo tempo senza esserne sminuito e temere confronti di sorta.
Pensavo ai miei cinquanta e più anni e, guardandomi allo specchio era come se li contassi ad uno ad uno, distribuiti tra le rughe del collo, tra i pochi e bianchi capelli, negli occhi talvolta tristi e il corpo non più snello come un tempo. Gli specchi sono impietosi nel far apparire inesorabili i segni della nostra decadenza.
Ma se volgo gli occhi altrove, senza preoccuparmi di come appaio, ma solo di come guardo il mondo, scopro uno spirito diverso, una vitalità che il tempo sembra non avere scalfito.
Così come per gioco mi sono chiesto chi immaginavo ci fosse dietro la sensibilità dello sguardo con cui guardavo l’orizzonte davanti a me.
La risposta non tardò. L’immagine in bianco e nero raffigurante un ragazzino con gli occhi sorridenti, fu la risposta. Quelli sono gli occhi con cui guardo il mondo. Gli occhi di un ragazzo, di un adolescente con tanta forza e tanti sogni. La forza forse oggi si è un po’ affievolita ma sognare è un vizio che non ho ancora perso.

lunedì 12 novembre 2012

La trattativa

Mi avvicinai alla cassa, situata in un angolo alquanto defilato dello stand. Prima di me delle ragazze tedesche stavano comprando una sorta di “copri schiena” per cavalli e, mentre pagavano, l’uomo della cassa cercava di intrattenerle parlando un tedesco alquanto approssimativo. La conversazione, come al solito in questi frangenti riguardava il “da dove venite …. e io ci sono passato quand'ero bambino”.  Tutto terminò con la consegna dello scontrino.

Io, incuriosito da quella discussione, che intuivo per lo più dai gesti e dai toni, stavo a debita distanza, con la cavezza per l’asino in mano. Era la seconda che compravo alla Fiera Cavalli. Questa mi sembrava un po’ più adatta di quella costata cinque euro, comprata mezz'ora prima. In primo luogo costava il doppio, poi aveva un po’ di peluche che trasmetteva la sensazione di soffice che pensavo, non poteva che far bene al naso dell’asinello.

Quando venne il  mo turno pensai bene di imbastire, in tono molto cordiale una sorta di trattativa. Spesso mi diverto a contrattare quando compro, il più delle volte per attaccar discorso piuttosto che puntare a un risparmio effettivo.

Così mosso dal buon umore esordii :
“Buongiorno, avrei questa cavezza da pagare …..”
“Mi sembra che il commesso dicesse …… 10 Euro … trattabili”
L’uomo mi osservò molto divertito. Il tono scherzoso lo aveva messo di buon umore.
“Cosa vuoi si possa trattare su una spesa di 10 euro ?”, mi chiese divertito.
“Uno sconto è sempre possibile !”, rilanciai fiducioso.
“Al massimo ti posso offrire il caffè. Anzi il caffè te lo offrirei volentieri”, continuò sorridendo.
Guardai tra lo stand in cerca della macchietta del caffè. Il luogo era alquanto ingombro di  accessori per cavalli di ogni tipo.
“Probabilmente la macchinetta è nascosta dietro qualche scaffale”, pensai , aguzzando lo sguardo ancora per qualche istante.
Ma l’altro vedendomi intento a guardare chissà dove mi aiutò dicendo :
“Purtroppo la macchinetta non c’è, ma il caffè te lo offro lo stesso!”.
Così dicendo mi porse un euro. Io accettai volentieri.
Ringraziai sorpreso dal gesto e salutato quel signore, raggiunsi i miei figli che attendevano poco più in là.
In fondo avevo ottenuto uno sconto del dieci percento !

domenica 11 novembre 2012

IPOD Playlist

....
E se l'amore che avevo non sa più il mio nome.
E se l'amore che avevo non sa più il mio nome.
Come i treni a vapore come i treni a vapore
di stazione in stazione e di porta in porta
e di pioggia in pioggia
di dolore in dolore
il dolore passerà


I Treni a Vapore  -  Ivano Fossati

Salice piangente

San Martino



San Martino



domenica 4 novembre 2012

Juve - Inter 1 : 3


L'inter stava crescendo mentre le ultime prestazioni della Juve avevano fatto intravvedere un calo di condizione.
Come spesso succede chi rimonta riesce a staccare chi sta davanti. Per lo scudetto la strada è ancora lunga, ma la partenza bruciante della Juve si sta già ridimensionando.

Da qualche giorno pensavo di scommettere 20 euro puntando sul 3 : 1 per l'inter.
Naturalmente non l'ho fatto.

sabato 3 novembre 2012

Andy


Andy se ne andato qualche mese fa. Il suo cuore non gli ha dato una seconda possibilità.
L’ho incrociato per qualche anno per motivi di lavoro. Era uno di quei geni creativi che hanno contribuito alla crescita di internet. Un creativo contro cui spesso mi sono confrontato. Il suo desiderio di vedere realizzata un’idea con poco e in pochissimo tempo non collimava con la mia necessità di farla durare nel tempo. A causa di questa incompatibilità entrambi abbiamo passato de momenti difficili. Lui non riusciva a realizzare in tempo e io non ero in grado di garantirne il funzionamento nel tempo.
All’inizio non mi stava simpatico perché condizionava, con il suo parlare solo inglese, decine di persone a usare una lingua straniera durante le riunioni. Uno vinceva contro al maggioranza, dove ciascuno, mai e poi mai poteva alzare bandiera bianca e dire : “ Scusate io non capisco niente !”.
Quando con il tempo cominciò a comprendere l’italiano, per non essere frainteso, continuò a esporre le sue idee solo in inglese.
Con il tempo i motivi di collaborare si diradarono e quando ci fu l’occasione di incontrarci, si parlava d’altro e ci si capiva di più. Per molto tempo lo hanno dato per partente, ma quando ritornò davvero a Londra non passò a salutare.
La notizia della sua morte piombò improvvisa. Per qualche giorno se ne parlò quando ci si incontrava tra quelli che lo avevano conosciuto.
Stamattina una mail di Facebook, che quotidianamente mi invita a conoscere questo o quello perché amico di uno che conosco, mi chiedeva se per caso conoscessi Andy. Avevamo degli amici in comune, sottolineava la mail, quindi …. potevo stringere amicizia.
Che idiota ‘sto Facebook che si definisce social network ma non distingue chi è vivo da chi non c’è più. Come può qualcosa essere sociale quando non riesce a distinguere e dare dignità alla vita e alla morte ?
Quanti sono i fantasmi che vagano in cerca di amicizia in giro per Internet e quante saranno le richieste di amicizia, inviate da ignari, che mai saranno ricambiate ?
Un tempo l’immortalità era garantita agli artisti e ai grandi uomini. Le loro opere e gesta contribuivano a renderli eterni. Oggi basta essere tra i cinquecento milioni di  iscritti a Facebook per non essere dimenticati e continuare a vagare come anime in cerca di pace, elemosinando, senza più tempo amicizie, restando in silente ascolto come le misteriose anime dei morti che hanno turbato spesso i sonni della nostra infanzia