mercoledì 29 giugno 2011

L'infallibile

Stralcio da


"MI SENTIVO INFALLIBILE - Allora: ho 45 anni e sono un kamikaze. Mangio, bevo, fumo, mi stresso troppo. Non ascolto chi mi dice: «Roberto, fermati, ne va della tua salute». Niente da fare. Mi sento infallibile, invincibile, insuperabile. Però il cuore sta già male: la mia vita sentimentale non va come dovrebbe. Tiro avanti senza accorgermi che sto esagerando, che sto chiedendo troppo al mio corpo. Fino a quel giorno, fino al ricovero d’urgenza in pronto soccorso. L’ischemia viene presa in tempo, in ospedale mi curano bene. Il peggio (oggi dico il meglio) deve ancora venire. I medici mi dimettono presto, ma mi prescrivono di diventare un altro Roberto, un nuovo Roberto. Attenzione al cibo e all’alcol, poco stress, fumo zero, medicine tutti i giorni, seguire uno stile di vita sano. Un consiglio? No, un diktat. E io mi sento strano, fuori posto, guarito nel corpo ma a disagio. Comincia a crescermi dentro la paura. La paura che non sarei più stato quello di prima. La paura che il male possa tornare da un momento all’altro, cogliermi nel sonno, rapirmi il cuore e non riportarmelo più indietro. Decido che ho bisogno di un aiuto. All’inizio mi pesa, poi con maggiore serenità comincio a frequentare lo studio di uno psicoanalista. Uno che di anime e cuori ne dovrebbe sapere. E il suo aiuto è come un miele che addolcisce il petto, che lenisce le ferite. Le parole mi fanno bene più delle medicine che ho cominciato ad assumere."


Ho trovato per caso l’articolo in internet, anche se sono ormai convinto, che siano gli articoli, le situazioni a trovare me.
Quando mi imbatto in queste "occasioni" che definirei strane e intriganti, mi fermo, leggo, ascolto, cercando di dare un senso a ciò che sta succedendo .
L’articolo è più lungo, dice altre cose importanti, ma mi ha colpito il cuore quel paragrafo “Mi sentivo Infallibile”.  In quelle righe c’è la sintesi della mia esperienza umana, soprattutto prima dell’infarto e dell’arresto cardiaco.
In quel periodo vivevo senza rispetto per me stesso,  senza rispetto per chi mi voleva bene, verso i quali ero sordo e indomabile. Me ne infischiavo di qualsiasi segnale, piccolo avvertimento o consiglio che mirasse a farmi ragionare. Mi sentivo invincibile, ero convinto che le disgrazie e la malattia fossero cose che capitavano solo agli altri. La mia vita sentimentale si stava sfasciando.
Gli avvertimenti furono molti, i consigli anche, ma solo lo schianto ha saputo darmi la scossa giusta. Quando il cuore ribellatosi, ha ridotto in cocci la mia vita, solo allora ho sentito la necessità di chinarmi a raccogliere ciò che era rimasto, tentando un difficile e lento recupero.
Non è stato facile, ho accettato anch’io il consiglio di farmi aiutare. I cocci sono in parte ancora da riordinare, ma ogni giorno cerco di guardare avanti.
Ogni giorno mi sento meglio, ma è come se non avessi ancora iniziato la convalescenza.
La malattia è passata,  oggi curo me stesso e controllo il mio stile di vita.
 Il cuore scosso, ha finito la sua missione. Ora è ritornato al suo compito originale e spero di farlo rimanere tranquillo ancora per molto tempo.
Rifletto spesso sulla mia situazione. Mi chiedo se mai riprenderò una vita normale e quale sarà la normalità nel mio futuro.  Guardo avanti, aguzzando la vista in cerca di domande, di risposte o di semplici parole promesse. Le parole mi fanno bene più delle medicine.

Ping

E’ il comando forse più conosciuto da coloro che si occupano di telecomunicazioni, in particolare da chi ha a che fare con internet.
Qualsiasi dispositivo connesso alla rete è in grado di riconoscere e rispondere a questo comando.  La macchina che lo riceve, sia essa un PC o un qualsiasi altro sistema connesso alla rete e individuabile da un indirizzo univoco, rimbalza tutto ciò che ha ricevuto verso il mittente, come in una sorta di partita a Ping Pong telematica.
Il rimbalzo, ritornato al mittente, permette misurazioni di tempo, di distanza, di velocità ma soprattutto conferma la connettività e il suo corretto instradamento.
Non sempre le risposte ritornano alla base o raggiungono il destinatario, ma questo può non essere sintomo di malfunzionamenti. Il protocollo e la gestione degli errori che lo caratterizza, sono in grado di comprendere quando un messaggio va ripetuto nel caso l’interlocutore si dimostri sordo o preso da altri pensieri.
Spesso, lanciato con ossessionante metodicità, serve a scoprire comportamenti intermittenti, permettendo un primo approccio a problemi subdoli e nascosti.
In questo caso la cadenza prende quasi il ritmo di un battito cardiaco, un Ping a ogni secondo riempie il video di righe quasi tutte uguali.
Quando qualcosa non funziona, nel video compaiono dei “buchi”, delle righe vuote a ogni mancata risposta.
In quei momenti le righe che scorrono sul  video, improvvisamente si fermano, aspettano ma, quando riprendono a salire verso l’alto, compare una riga vuota a evidenziare il temporaneo black out.
Gran parte del mondo di Internet si basa su meccanismi molto simili al Ping. In alcuni casi si chiamano “Keep Alive”, altre volte “Acknowledge” o “Heart Bit”, ma questi comportamenti hanno la funzione di tenere tutti in contatto con tutti, in un continuo e reiterato abbraccio.
Tutta la rete è percorsa in ogni momento da questi messaggi silenziosi, da un rumore di fondo continuo che come un collante unisce uomini e cose, permettendo di conoscere se una macchina sia accesa dall’altro capo del mondo o se una persona di la dal mare sia in casa o al lavoro.
Tutti sembrano sincerarsi della presenza dell’interlocutore prima di parlare, dell’esistenza di una strada sgombra prima di partire, insomma l’essere sconnessi terrorizza la rete e i suoi abitanti.
Tutto è molto simile a quando io, appena colpito al cuore dalla malattia, vivevo dissociato dal mio cuore. Pensavo di dovermi occupare di lui come fosse solo lui il malato ed io quasi non centrassi, anche se temevo che si dimenticasse di me, che mi abbandonasse improvvisamente.  Dovevo mantenere, alimentare il legame cercando conferme continue.
Così passavo molto tempo in silenzio ad ascoltare il battito. A volte non serviva nemmeno poggiare le dita sul polso. Tutto, in apparenza, era ritmato come un orologio di precisione.
La lentezza dei battiti mi dava tranquillità. Quell'andare lento, come un motore al minimo, pensavo mi garantisse margini d’incremento tali, da mettermi al sicuro dalle fibrillazioni che mi avevano abbattuto.
Poi, nel silenzio, avvertivo una sensazione di vuoto, un battito non pervenuto come un ping senza risposta. Anche nella mia mente il progredire del ritmo segnava il passo, come le righe ferme dello schermo.
Scaduto il tempo di attesa, spariva il senso di vuoto e ricompariva rassicurante un nuovo battito.
Anni or sono tutto questo mi ha fatto vivere momenti di paura.
Oggi succede più volte durante la giornata.
Attendo con pazienza come un tempo, quel lungo secondo, prima di sentire il ritorno alla normalità.
Il protocollo ha funzionato il collegamento risulta ripristinato.
La vita continua.

domenica 26 giugno 2011

I ghiaccioli e la solidarietà

Non sempre si può fare affidamento sulla presenza capillare dei Bancomat.
Spesso mi trovo a viaggiare con pochi soldi in tasca, confidente sia sulla possibilità di pagare con la moneta elettronica, sia sulla possibilità di fare un prelievo di quel che mi serve, ovunque io vada.
Sono solito prelevare pochi soldi, giusto quelli di cui penso di aver bisogno, per cui l’avere pochi soldi in tasca è per me una conduzione normale.
Con queste premesse, Sabato mi sono recato al mare con mio figlio. Avevo con me 35 euro, ma come il solito ero sicuro di poter rimpinguare i miei averi al bancomat che sapevo esserci vicino allo stabilimento balneare, dove sono solito andare.
Un prelievo di qualche decina di euro mi avrebbe messo al sicuro da inconvenienti.
Quando fui davanti allo sportello, mi resi conto che il dispositivo era fuori uso. Un messaggio sinistro attraversava lo schermo.  Il contrattempo mi colse alla sprovvista e decisi, però, di non muovermi con la macchina alla ricerca di un' altra banca, vista la difficoltà di parcheggio, gestendo con oculatezza i denari che avevo in tasca.
Trentacinque euro non erano poi pochi, ma dovevo pagare l’ombrellone e pensare al pranzo per entrambi. Magari al chiosco dove eravamo soliti pranzare c’era la possibilità di pagare con il bancomat.
Dopo i 13 euro pagati per l’ombrellone, rimanevano 22 euro con cui dovevamo passare la giornata.
Spesi un euro per un caffè.  Mi restavano 21 Euro.
La giornata era splendida, non una nuvola in cielo e c'era una brezza che mitigava il caldo inevitabile.
Durante la mattinata cercai di parlare con mio figlio di sei anni. Era un pezzo che non lo vedevo e ho cercato di prospettargli una gita in montagna per il giorno dopo.
“Che ne dici se domani, tu ed io ci facciamo una passeggiata in montagna ?”
“A me la montagna non piace e poi voglio decidere io dove andare. Domani voglio stare a casa”, mi rispose il piccolo, con piglio deciso.
Tentai una timida replica senza smuoverlo di un millimetro. Lasciai stare senza forzarlo oltremodo.
Quando fu l’ora di pranzo, mi recai, anche su richiesta di mio figlio al solito chiosco. Chiesi se potevo pagare con il bancomat, ma mi risposero che non era possibile.
Dovevo gestire i 21 euro.
Lasciai che mio figlio prendesse ciò che preferiva ed io mi regolai di conseguenza. Non sarei certo morto di fame, anche se dopo aver cenato la sera prima con un gelato e aver saltato la colazione il mattino, un certo appetito lo avevo pure io.
Mi accontentai di un toast e di un po’ d’acqua.
Il conto alla fine fu di 18,70 euro. Pagai con la disinvoltura di chi ha il portafoglio zeppo di banconote e misi via con cura il resto.  Mi erano restati 2.30 Euro. Dovevano bastare fino a sera.
Tornati all’ombrellone, il pomeriggio passò senza intoppi tra inutili tentativi di far volare l’aquilone, qualche gioco in acqua o giocando con la sabbia.
Poi verso le quattro venne l’ora del gelato. Recuperai le monetine dalla tasca e tornando verso il chiosco dissi a mio figlio:
“Abbiamo pochi soldi e dobbiamo comprare due gelati, Uno per te e uno per me.”
Il bimbo non capì e quando ci trovammo davanti al cartellone dei gelati, gli spiegai:
“Con i soldi che abbiamo, possiamo prendere due ghiaccioli”.
“No”, rispose lui, “ voglio essere io a decidere che gelato prendere”, con lo stesso tono con cui mi aveva risposto parlando della montagna.
“Così io resto senza gelato”, dissi cercando di intenerirlo.
Nel frattempo aveva già puntato il gelato. Costava 1,50 euro.
Gli 80 centesimi che mi rimanevano non bastavano per nulla.
Comprato il gelato, tornammo. La serata finì senza altre richieste e naturalmente altre spese.
Ciò che mi ha roso per tutta la sera è stato il non essere riuscito a trasmettere il messaggio di condivisione e solidarietà che l’occasione richiedeva. Un’occasione persa per insegnare qualcosa.

P.S. Stamattina mi restavano gli 80 cent.  Dovendo pagare 2 euro d’iscrizione alla corsa, prima di partire ho setacciato casa in cerca di monetine.  Racimolati i 2 euro, sono andato alla corsa. Al momento non sono ancora passato per il bancomat. 

Stato d'animo

A dirla tutta, oggi aspettavo una telefonata

Il Mastello

Stamattina  ho corso a Conselve, un paese che si trova nella campagna padovana.
Molta gente e soliti problemi di parcheggio.
Anche questa la definirei una corsa fuori stagione. Infatti più della metà del percorso si svolgeva su  un tappeto d’erba appena tagliato, in mezzo a filari di vigne.
 Fosse stato settembre un chicco ogni tanto si poteva assaggiare.
In questo ambiente campestre, anche uno dei ristori era preparato  nei pressi di una vecchia fattoria, dagli alti archi e ampi portici, dove un tempo venivano ricoverati gli attrezzi.
Lo accolsi come un'oasi nel deserto. Mi fermai unitamente ad altri podisti. Dopo aver ingurgitato un paio di bicchieri di limonata, una delle signore del ristoro ci fece notare :
“Più avanti potete trovare il mastello pieno d’acqua per rinfrescarvi”,  l’idea era buona, infatti faceva molto caldo, poi proseguì :
“ Volendo, potete fare anche il bagno !”.
Colsi la frase e ribattei :
“Una volta era normale farsi il bagno nel mastello (masteo) “
“Si è vero, mia madre mi faceva sempre il bagno sul mastello, con la pentola dell’acqua calda in mano”, ricordò la donna senza malinconia.
“E’ verò “, continuo uno degli altri del ristoro, “ facevamo il bagno nella stalla che era la zona più calda della casa .”
Ascoltai e, mentre stavo per dire la mia, la signora esclamò :
“Ma allora, se ho vissuto tutto questo, quanto vecchia sono !!”
Rinunciai a dire altro, ripresi il passo, mi avvicinai al mastello, presi un palmo d’acqua e mi bagnai la fronte.


venerdì 24 giugno 2011

Tema di maturità : Lucca - Giuseppe Ungaretti

La poesia "Lucca" di Giuseppe Ungaretti:
A casa mia, in Egitto, dopo cena, recitato il rosario, mia madre
ci parlava di questi posti.
La mia infanzia ne fu tutta meravigliata.
La città ha un traffico timorato e fanatico.
In queste mura non ci si sta che di passaggio.
Qui la meta è partire.
Mi sono seduto al fresco sulla porta dell'osteria con della gente
che mi parla di California come d'un suo podere.
Mi scopro con terrore nei connotati di queste persone.
Ora lo sento scorrere caldo nelle mie vene, il sangue dei miei morti.
Ho preso anch'io una zappa.
Nelle cosce fumanti della terra mi scopro a ridere.
Addio desideri, nostalgie.
So di passato e d'avvenire quanto un uomo può saperne.
Conosco ormai il mio destino, e la mia origine.
Non mi rimane che rassegnarmi a morire.
Alleverò dunque tranquillamente una prole.
Quando un appetito maligno mi spingeva negli amori mortali, lodavo
la vita.
Ora che considero, anch'io, l'amore come una garanzia della specie,
ho in vista la morte.



Svolgimento



 La struttura del testo assomiglia a una sorta di appunti di viaggio, dove il viaggio, cioè la vita viene descritta per “quanto un uomo può sapere” : molto passato, qualche consapevolezza, per il futuro solo la rassegnazione all'ineluttabile destino.
Il tempo passato è usato per i ricordi e per descrivere il tempo degli amori maligni, mentre “ho goduto di tutto, e sofferto”, suona come un sinistro consuntivo, senza possibilità di futuro.

Con il presente sono descritte la città e le persone, queste ultime tutte maledettamente legate alla terra ma, al tempo stesso, percorsi dal tarlo di andare e di partire. La città sembra priva di identità, un non luogo dove “la meta è partire”
Con il futuro il poeta descrive un destino, omologato, “alleverò una prole”, impoverendo la visione del futuro che solo i figli possono trasmettere, riducendola a quella necessità di tramandare la specie richiamata più sotto.
Gli aggettivi “timorato e fanatico” potrebbero far riferimento alla smania (fanatismo) di partire quasi ad assecondare un volere divino (timorato).
Seguono aggettivi più vicini alla vita, il fresco, il caldo del sangue che nasce dalla scoperta delle proprie radici mentre le fumanti cosce della terra danno serenità come un abbraccio di una madre.

Negli aggettivi“maligno e mortali” si nasconde il senso di peccato che fa lodare alla vita, come se vivere secondo natura, “amori mortali”, fosse una insinuazione del Maligno. La religione allontana dalla vita avvicinando alla morte.

Nel verso “La mia infanzia ne fu meravigliata”, la parola meravigliata deve essere considerata non con il significato di stupore , ma riferita a una sorta di luogo fantastico (Lucca) che i racconti della madre avevano creato nella fantasia del bambino.
I genitori raccontano le storie più belle per far addormentare i propri figli. In quelle “favole”c'era la nostalgia di chi era emigrato, lontano dalle proprie radici.

Lucca è descritta come luogo di passaggio, dove la meta è partire, snaturandola, descrivendola come una città in disgregazione, che ha perso la sua funzione di aggregazione.
Salta all'occhio il contrasto del verso “ In queste mura non ci si sta che di passaggio”. Nemmeno le mura sembrano in grado di arginare il voler andare, il voler partire verso mondi lontani.

Le persone portandosi appresso il bagaglio di valori quali la fede e la famiglia sembrano posseduti da una smania di fuggire, quasi dettata da un volere malvagio a cui nessuno vuole sottrarsi.

E nello scoprire questo voler andar via, lontano dalle radici che il poeta aveva tanto meravigliato da ragazzo, nasce un sentimento di terrore.
Dopo aver tanto anelato quei luoghi, egli sentendosi del tutto uguale a quella gente, è terrorizzato dalla possibilità di essere preda di quel male oscuro , dopo aver preso consapevolezza delle proprie origini.
Lo rende felice restare al fresco dell'osteria, in mezzo a quella gente in cui si riconosce. Tanto è l'appagamento che si sente arrivato, ma terrorizzato, in mezzo a gente che vuole partire : Addio desideri , nostalgie.
Ma questo essere arrivato, svuota non solo i desideri ma anche le ambizioni. Il pessimismo prende il sopravvento in una vita di pura sopravvivenza.
La vita un tempo era oggetto di appetiti (amori) maligni, peccaminosi e mortali, ma gli unici che sembravano renderla amabile, mentre natura e fede vorrebbero considerare l'amore solo come garanzia della specie.

Sembrano riecheggiare i versi di Lorenzo de Medici

Quant'è bella giovinezza,
Che si fugge tuttavia!
Chi vuol essere lieto, sia:
Di doman non c'è certezza

Nel verso “Ora che considero, anch'io, l'amore come una garanzia della specie,
ho in vista la morte.
", “anch'io” è il termine che segna lo spartiacque tra la giovinezza e il prosieguo della vita, svuotata della sua carica creativa che allontanava il pensiero della morte.


mercoledì 22 giugno 2011

Mettete dei fiori nei vostri cannoni

Passo Giau - Cannone usato durante la Prima Guerra Mondiale

Rifugio Nuvolau - Metri 2575

 Verso le dieci ero in cima al Passo Giau. Avevo “litigato” lungo la strada con il navigatore che voleva farmi fare chissà che spercorso. Ho fatto quello che conoscevo e, lui alla fine ha collaborato.

Lo zaino era preparato per passare la notte fuori, ma sapevo che, verso sera, sarei tornato a casa. Diciamo che la passeggiata è stata l'occasione per allenarmi a portare uno zaino un po' più pesante del necessario.

Lassù al rifugio Nuvolau ero salito nel Luglio 2009, un mese prima di salire in terapia intensiva. Ricordo i dolori alla spalla e allo stomaco, le numerose soste e la sudorazione eccessiva. Alla fine salii e ridiscesi a valle senza il minimo sospetto che il mio cuore fosse in difficoltà.
Rifugio Nuvolau
Per capirlo non bisognava essere dei guru !

Oggi ho iniziato la passeggiata con il piglio di un fantino che vuole mettere alla prova e allenare il proprio cavallo. Nel mio caso il cavallo era il mio cuore che, come in altre occasioni, non era a conoscenza di ciò che lo aspettava.

Ho cominciato a camminare spedito, con l'occhio al cardio-frequenzimetro, per vedere le sue reazioni.
Nelle rampe cercavo di non rallentare. Il cavallo, anzi, il cuore non dava alcun segno di sofferenza e, con molto impegno, sono riuscito a farlo battere sino a 130 battiti al minuto. Sono salito al rifugio “in men che non si dica”, sudando e faticando il giusto, sostando per rifiatare ed ammirare il panorama che andava via via a coprirsi di nubi minacciose.

Rifugio Nuvolau
Il posto è magico, l'accoglienza familiare, di certo un luogo che vale la fatica per arrivarci.

Al rifugio, mi sono lasciato tentare da formaggio fuso, polenta, birra, grappa e caffè. Insomma non mi sono fatto mancare niente.
In discesa tutto è stato facile, anche sostare qualche momento in più per qualche foto, visto che l'esame era andato meglio del previsto.

Finita la prima parte della discesa, una ragazza che, nel frattempo, stava salendo mi ha chiesto se conoscevo una scorciatoia per arrivare al sentiero che portava al rifugio, senza dover ridiscendere là dove iniziava il percorso segnalato.
Le ho spiegato con cura la strada che avevo appena percorso, facendole notare un passaggio da affrontare con un po' di attenzione.

Mentre saliva l'ho seguita con lo sguardo e, superato il momento più difficile, dopo aver individuato il sentiero, si è voltata salutandomi con la mano da lontano. Ricambiando il saluto mi sono sentito felice dei miei 54 anni.


La globalizzazione dei sentieri
senza dimenticare le nostre radici




martedì 21 giugno 2011

Parametri Macchina

Pressione Massima     117

Pressione  Minima        75

Frequenza a riposo       56


Situazione stabile, parametri quasi uguali a quelli delle altre volte.
Continuo negli allenamenti correndo fino a quattro volte alla settimana. A dire la verità pensavo di migliorare di più, avvicinandomi con facilità ai 5 Minuti / Km. Manca ancora un minuto, ma mi sembra molto lungo e difficile da colmare. Colpa del cuore ma forse anche dell'età.
La Maratona ? ancora tra gli obiettivi.

Dal 19 Febbraio il computer dice che ho percorso 420 km in 42 sedute di allenamento. Di questo passo in un anno posso superare i 1000 km che, è comunque una distanza del tutto rispettabile.

Pensavo ieri sera a come certi risultati, sportivi e non, vadano valutati non per i loro risultati assoluti ma per il loro valore relativo. Bisogna considerare il punto di partenza per valutare il risultato a cui si è arrivati.
Non conta oggi per me correre a 4 Minuti / km, chissà mai se ancora ci riuscirò, ma devo considerare che meno di due anni fa, ho passato dei momenti critici in terapia intensiva. Il mio cuore mi si era ribellato contro, ammutinato.
C'è stata una sera in cui nessuno sapeva se mi sarei risvegliato il mattino successivo. Oggi riesco a fare una vita normalissima, faccio sport, lavoro, viaggio e questa è per una grande vittoria.

Mi dico sempre, è l'altro il cuore più malato, ma sono convinto anche lui presto starà meglio.

Il 5 Luglio riprendono le visite di controllo. Torno dal cardiologo, primo degli appuntamenti estivi che comprenderanno tutte le visite per il rinnovo della patente di Ottobre.

"Chissà se questa volta mi daranno due anni ?", mi chiedo qualche volta come un detenuto in attesa di giudizio.

Di mezzo ci sta anche una visita medico legale a seguito dell'incidente di un'anno fa. Quella volta dissi, solo alla fine agli agenti, di essere un portatore di ICD, temendo che l'accaduto fosse attribuito  a qualche cedimento del cuore. Alla prossima visita spero non nascano controindicazioni. Andrò ben fornito di documentazione a discolpa del mio cuore.

domenica 19 giugno 2011

La Recita di Pontida

Oggi si è svolta quella che definirei "La recita di Pontida", già concoradata e provata nei giorni scorsi ad Arcore.
Dispiace vedere il cosidetto "popolo leghista", quelli che si rifanno al grande Alberto Da Giussano , farsi raggirare per l'enesima volta con promesse e false minacce.
Quanti di coloro che oggi erano sullo spiazzo di Pontina, tornando, si saranno resi conto della farsa a cui hanno assistito ?

La Lega, ha oggi decretato la sua fine o comunque l'inizio di un periodo in cui rischierà di diventare uno dei tanti partiti da "prefisso telefonico".
La troppa dipendenza di Bossi da Berlusconi è all'origine del disastro.

Oggi su Rai 3, andava quasi in contemporanea all'intervento di Bossi, un'intervista a Mario Monti, ex Commissario Europeo.
Il confronto a distanza, anche su temi analoghi, metteva tristezza, considerando il fatto che, chi sta al governo stava parlando sul prato di Pontida.

La corsa dei desideri

Quando is va a correre in collina è buona norma non farsi troppe illusioni.
Di colline ce ne sono di ogni tipo e grandezza. Alcune possono sembrare poco più che dei cumuli di terra ma, altre volte, ci si trova di fronte a dei veri e propri monti.
Quindi le esperienze passate, mi hanno insegnato a diffidare dalle frasi tipo "percorso collinare" e ogni volta mi sono presentato alla partenza preparato all'eventualità di dover affrontare vere e proprie salite.

La salita nella corsa è una brutta bestia. E' molto difficile affrontarla nella giusta maniera e con la giusta velocità. Quando invece la pendenza diventa troppo alta è consigliabile procedere al passo che il più dele volte si dimostra anche la scelta più veloce.
Il mio ritmo condizionato dal cardiofrequenzimetro ne esce sempre fortemente penalizzato e mi succede di dover affrontare al passo quasi tutte le salite del percorso.
Stamattina a Cison di Valmarino (TV) si svolgeva la "Marcia Fiori e Sapori in Vallata", in un paesaggio contornato da colline, nemmeno tanto dolci.
Contrariamennte al solito il percorso e stato uno dei più azzeccati incontrati quest'anno.
Le rampe non mancavano, alcune nemmeno tanto dolci, ma immancabilmente ogni qualvolta, trovandomi al gancio, aspettavo con ansia l'inizio della discesa, ecco che quest'ultima appariva permettendo il recupero tanto agognato.
Strada facendo l'ho definita "La Marcia dei Desideri", come se un Aladino immaginario fosse là ad esaudire i desideri dei podisti.


sabato 18 giugno 2011

L'investimento sicuro

Non sono passato indenne attraverso la tempesta che investì il mondo finaziario agli inizi degli anni 2000 : il crollo della bolla Internet e tutto quello che ne conseguì. In quei tempi era normale, per me, consultare freneticamente l'andamento degli indici azionari.
Presi confidenza con quasi tutto gli indici mondiali,.Al mattino presto controllavo come avevano chiuso gli indici asiati per poi focalizzarmi su quelli europei che comunque potevano sempre esseere influenzati nel bene e nel male dall'andamento delle borsa di New York.
Passai notti e giorni da incubo.

In quegli anni avvenne anche l'introduzione dell'euro, quale moneta unica europea e il fatto comportò per tutti una riduzione del potere di acquisto reale. Pian piano il rapporto di cambio tra lira e euro, fissato dalla banca europea a 1.936,27 , andò alla deriva e avvenne, in Italia, una semplificazione devastante che portò ad equiparare le vecchie mille lire a un euro.
Tutto ciò contribuì ad aumentare le difficoltà di tutti, meglio di molti, visto che il tasso di cambio venne scrupolosamente rispettato nel calcolo degli stipendi.

Dopo quel periodo nulla è tornato come prima e mai ritornerà. Bisogna guardare avanti.

Dal giorno dell'introduzione dell'euro, 1 Gennaio 2002, io cominciai però, una strana raccolta.
Comprai un grande salvadanio di terracotta e cominciai sistematicamente ad infilarci gran parte delle monete da uno e due euro che mi capiatavano nelle tasche. Questo salvò le tasche dei miei pantaloni e si rivelò qualche anno dopo l'investimento più azzeccato di quegli anni difficili.

Infatti mentre le azioni e i fondi non ne volvano sapere di crescere, il peso del salvadanio andò via via ad aumentare. Strada facendo provai a fare delle stime ma la cosa era del tutto approssimativa.
Nel 2005 la più ottimistica delle previsioni, mi portava a ritenere che dentro ci fossero 2000 euro.

Quando nacque il mio secondo figlio nel marzo del 2005 decidemmo di battezzarlo il 19 Giugno e "per non fare differenze" offrimmo il pranzo nello stesso ristorante del battesimo del primo figlio, 21 anni prima.

Quando si sommarono le spese che dovevamo sostenere, ci accorgemmo che i soldi non erano poi molti.
Pensai così che per il salvadanaio era giunto il momento di rendersi utile.
Preso un martello, con un colpo lo mandai un frantumi, liberando i chili di Euro in esso contenuti..

Dopo il conteggio scoprii che avevamo risparmiato circa 1500 euro, che furono molto utili in quei giorni.

In quegli anni, passati spesso, a seguire l'andamento degli indici azionari, quello fu l'investimento più azzeccato, utile e genuino.

venerdì 17 giugno 2011

Oltre il Quorum

Da bambini ricevere uno schiaffo era una delle cose più umilianti e a dirla tutta, se  ricevuto per un giusto motivo, spesso una delle azioni più efficaci, per non dire educative
Certi schiaffi non li ho dimenticati e certi errori non li ho mai più commessi.

In quei frangenti, rosso di vergogna e con la guancia in fiamme, cercavo di minimizzare il danno e la frase più comune che riuscivo a spiaccicare era :
Tanto non mi hai fatto male !”, sfoderando una finta indifferenza.

Dopo il referendum si è parlato molto di schiaffo. Molti degli sconfitti hanno ammesso la portata e l’efficacia senza campare scuse.
Altri, il Presidente del Consiglio prima di tutto, hanno invece cercato di minimizzare l’accaduto:
Sintomatica è stata di certo la frase di Berlusconi che affermava : “ Bene, vuol dire che faremo a meno del nucleare “.
Sentendo ciò mi è tornato alla mente quelle mie difese da bambino : “Tanto non mi hai fatto male !”, pur sapendo che la portata era ben altra.

Berlusconi ha così cercato di circoscrivere l’accaduto ai soli quesiti dei referendum, ritirando o dimenticando la sfida lanciata, invitando la gente a non andare a votare, che aveva trasformato la tornata elettorale in un plebiscito pro o contro di lui.

I referendum hanno avuto la loro importanza. Le domande erano importanti e sulle cose importanti nessuno di noi può e vuole tirarsi indietro, ma questa questa volta, molti sono usciti di casa per recarsi al seggio, anche per rafforzare quel messaggio di condanna verso l’operato del governo che già le elezioni amministrative avevano lanciato.

Il messaggio allora non era stato colto, i referendum sono stati l’occasione per ribadirlo.
Berlusconi fatti da parte !”.

Le iniziative del governo per recuperare credibilità sono state tra le più ovvie.
Naturalmente è ritornato a galla il discorso della riduzione delle tasse, la cosa più ovvia che si poteva dire o promettere, cercando di sensibilizzare i cittadini sulle questioni a loro più care e controverse.

Il tema è stato poi raffreddato dallo stesso ministro del Tesoro, che non sembra più dell’idea di seguire Berlusconi nelle sue iniziative populiste ma inattuabili.
Per contro non si è più parlato del trasferimento dei ministeri al nord per tener buono il popolo leghista. Ora ci vuol ben altro !
E’ riemersa ancora la questione della riforma della giustizia, qualche giorno fa, per bocca del Presidente del Consiglio, ma ormai conosciamo la sua personale necessità di sfuggire alla giustizia che lo sta “perseguitando”.
In ogni caso quest'ultima riforma non è tra le priorità degli Italiani.

Chi pensa di aver vinto, mi riferisco alla sinistra, non deve sentirsi vincitore, ma in primo luogo deve capire come potrebbe ripresentarsi alle elezioni come una forza di governo credibile.
Oggi non si può dire chi potrebbe uscire vincitore da un turno elettorale che riproponesse la stessa classe dirigente che oggi si trova in Parlamento. Servirebbe una legge elettorale che rimettesse nelle mani dei cittadini la scelta delle persone.
Ma oggi c’è in Parlamento una maggioranza capace di riformare l’attuale legge elettorale ?
Forse no e per questo credo che avremo bisogno di un giro a vuoto al solo scopo di definire una maggioranza dotata di un po più di buon senso o semplicemente depurata da Berlusconi.

I tentativi di sopravvivenza del governo, potrebbero riuscire a prolungarne la vita fino al termine naturale della legislatura, ma il senso dello stato dovrebbe consigliare un passo indietro agli attuali governanti. Potremmo così accelerare quel processo di cambiamento che la maggioranza degli italiani, con i voti di questi ultimi tempi, richiede con forza.

Poi c'è la Lega, uscita fortemente ridimensionata dal voto, che a questo punto non sa più cosa raccontare al popolo padano, da anni raggirato da promesse che, partite dalla scissione si sono via via ridimensionate fino a ridursi al trasferimento al Nord degli uffici di rappresentanza dei vari ministeri.

Cosa succederà a Pontida domenica prossima. L'unica cosa che resta da fare a Bossi è abbandonare al suo destino sia il Governo che lo stesso Berlusconi, per evitare che la Lega venga travolta dal diluvio che potrebbe imperversare nei prossimi mesi.
Ognuno per proprio conto, sperando che la sinistra, non offra una scialuppa di salvataggio a un partito che più di ogni altro ha deluso i propri elettori. Credo sia opportuno che la Lega, a questo punto, recuperi autonomamente una dignità di partito di governo ora del tutto perduta.

giovedì 16 giugno 2011

AAA Allenatore Cercasi

Rinomata squadra di calcio con sede in Milano cerca urgentemente allenatore,
di provata esperienza a cui affidare la conduzione per la orami imminenente stagione 2011....

Si richiedono

Spiccate doti di Leadership maturate alla guida di Squadre di analoga importanza.
Abitudine nella gestione di alti livelli di stress.
Garanzia per il raggiungimento di obiettivi ambiziosi 
Conoscenza di almeno 5 Lingue
Grande avverisione per accostamenti di colori quali : Bianco / Nero e Rosso / Nero.

Si garantisce

autonomia nelle scelte tecniche
obiettivi chiari ….

…. almeno fino a Natale 2011

La composizione della squadra per il prossimo campionato sarà discussa con il presidente in persona sulla base dei giocatori non ancora scappati, al momento della firma del contratto.

Inviare dettagliato CV presso la sede di Via Durini a Milano entro Lunedì 20 Giugno.

Non saranno presi in considerazione, perditempo ed ex allenatori di Milan e Juventus.

mercoledì 15 giugno 2011

Luciano

Non si può dire che la sintesi fosse la sua virtù migliore.
In passato, se si lasciava una riunione durante un suo intervento, al ritorno lo si trovava a parlare con la stessa foga di quando si era usciti. Poi un po' sorpresi, ci si rendeva conto che, dopo tutto, non si era perso molto.
In fondo era un gran lavoratore, che ha dovuto, per molti anni, privilegiare la quantità alla qualità, operando sempre all'ombra di qualcun altro.
Quando per una serie di circostanze riuscì a uscire da quel cono d'ombra, gli fu assegnato un compito per il quale non era tagliato o preparato a sufficienza.
Cercò di sopperire alla qualità, che in quel caso era necessaria, ancora con la quantità, con scarsi risultati o forse perché l'impresa era difficile e basta.

Poi con l'avvicendarsi delle persone, si ritrovò solo a pedalare controvento. Nessuno “alzò una foglia”, per aiutarlo. Ben presto i nuovi lo videro in difficoltà e un po' allo sbando.
Non fu solo colpa sua, ma succede nel lavoro che, quando stai scivolando, chi può aiutarti si volta dall'altra parte.
Fu rimosso dall'incarico con una mail, dove non c'era futuro.
Lo ritrovai spaurito a chiedere dove poteva sedersi per lavorare.
Passò giorni di rabbia, dimenticato, seduto su una scrivania senza identità.

Si ricordarono di lui assegnandogli qualcosa da fare, qualcosa di completamente avulso da tutto e da tutti. Collaborai con lui cercando di dargli una mano.

A quei tempi, già il male lo rodeva dentro e, analogamente a quanto era successo a me, quei problemi di lavoro sembravano l'unica cosa che contava.

Non si curò di se stesso.

Lavorò gli ultimi tempi con l'energia di un maratoneta alla fine della corsa.
Poi arrivò lo stop. Un male oscuro lo stava divorando, incurante di Gaant, riunioni e progetti.

Ascoltandolo qualche mese fa, era come se riascoltassi gli stessi pensieri che io avevo fatto un anno prima, ai tempi della mia malattia.
Non pensò più al lavoro e riversò tutte le energie a combattere quel male che sembrava condannarlo.
Le terapie gli donarono energie e voglia di vivere aggiuntiva.
Tornato al lavoro, indossando un busto che gli sorreggeva la schiena, si diceva contento dei miglioramenti e fiducioso di vincere quella difficile guerra.

Ma il male, pur rallentato non si era fermato e, appena le terapie furono temporaneamente interrotte, riprese spedito il suo cammino

Le notizie degli ultimi giorni lo davano, spesso assente, nel letto di ospedale.

Quando lo vidi sofferente qualche mese fa, pensai che tutti avevano diritto a una seconda possibilità.
Stamattina ho capito che, non a tutti è concessa.

Make Lists : #2 - Andare e Tornare

  1. Capo Nord e il sole di Mezzanotte
  2. L'Irlanda e il vento delle Isole Aran
  3. San Pietroburgo. Viaggiando in auto.
  4. Nuova Zelanda per sentire come si vive a testa in giù
  5. Atene con il sole di Agosto
  6. Parigi, vagando senza meta
  7. Las Vegas. Tra i tavoli da gioco
  8. Auschwitz
  9. Città del Capo e Sudafrica
  10. La transiberiana da Mosca a Vladivostok
  11. Medjugorje


lunedì 13 giugno 2011

IPOD Playlist

don't give up
'cause you have friends
don't give up
you're not the only one
don't give up
no reason to be ashamed
don't give up

you still have us
don't give up now
we're proud of who you are
don't give up
you know it's never been easy
don't give up
'cause I believe there's the a place
there's a place where we belong



Don't Give Up  - Peter Gabriel

Make Lists : #1

  1. Il fine giustifica i mezzi. Machiavelli aveva ragione.
  2. L'istinto, spesso, ti fa intravvedere la realtà delle cose. Non sottovalutarlo.
  3. Pensi di aver toccato il fondo ? Si può sempre cominciare a scavare, a volte, qualcuno ti da una mano.
  4. Il dolore è uguale per tutti.
  5. Certe cose sono incomprensibili, per chi le subisce, ma spero, anche per chi le determina.
  6. Chiedere scusa non è mai un segno di debolezza
  7. Quando si spara, si deve avere il coraggio di mirare al cuore.
  8. La verità può far male, affermarla con coraggio è una conquista
  9. I brutti sogni finiscono, come tutte le cose.
  10. Se si sta un po' in silenzio, ci si può ascoltare meglio

29 WAYS TO STAY CREATIVE

29 WAYS TO STAY CREATIVE on Vimeo.

IPOD Playlist

Amore mio non sempre tutto volge per il verso giusto,
ma non è soltanto causa del maltempo se il raccolto è andato perso
ed è buffo come a volte il tempo scorre meglio del previsto
un panico incombente ci costringe ad addomesticare un sorriso
un benessere improvviso

E forse una remota speranza,
la felicità
godersi il sole in dicembre
non molto lontano da qui....nevica

Non molto lontano da qui - Carmen Consoli

domenica 12 giugno 2011

La Corsa Tremolante

L'idea iniziale, di salire in montagna, durò quei pochi secondi necessari per vedere alle sei del mattino il cielo plumbeo e minaccioso di pioggia.

"La montagna può aspettare ancora qualche settimana.", pensai.

In ogni caso il “piano di recovery” prevedeva la solita corsa non competitiva.
A Stra, famoso per la Villa Pisani, poco lontano da casa, si svolgeva appunto una corsa che prevedeva anche un percorso “lungo” di 18 chilometri.

Diversamente dall'improvvisazione di altre occasioni, partii deciso di cimentarmi appunto nel percorso più lungo.
Superati i soliti problemi di parcheggio, infatti al mio arrivo già migliaia di persone stavano già sul percorso, pagata l'iscrizione mi misi in marcia.

Ma ben presto realizzai che qualcosa non andava, faticavo eccessivamente e soprattutto sentivo uno strano tremore diffuso che arrivava fino alle gambe.
Provai a non mollare, ma la situazione non migliorò nemmeno dopo le soste ai ristori organizzati molto bene lungo il percorso.
Dopo 10 chilometri quando era necessario scegliere per il percorso più lungo, preferii deviare per il percosro più breve.

Fatta la scelta, quando mancavano circa tre chilometri, percorsi ancora qualche centinaia di metri ma poi preferii proseguire al passo, piuttosto che continuare a correre con quella sensazione di tremore.

Una sorta di ritiro, dettato dal buon senso, nonostante l'obiettivo ambizioso con cui ero partito.

Non si può mai dire e, vale la regola : “Ascoltarsi, prima di tutto”.


sabato 11 giugno 2011

Dedicato a ......


All'inizio si pensa che tutto sia curabile, che le apparenze siano più veritiere della sostanza e dei fatti.
Le malattie incurabili si manifestano come tutte le altre, ingannando nei primi tempi un po' tutti, malati e non malati.
Poi inizia il periodo delle illusioni e delle speranze, il periodo delle mille bugie raccontate e ascoltate, quasi a ricreare una realta diversa ma incredibile a chiunque la veda con occhi appena un po' più estranei.
Ma la malattia, insensibile all'animo e alla volontà di tutti, prosegue il suo cammino, senza rallentamenti.

Quando tutti, pur coscienti della ineluttabilità del destino, si rifiutano ancora di guardare alla cruda realtà, ecco che il male si fa sentire con ancora più vigore.

Si spengono anche le ultime speranze.
Impercettibili miglioramenti, possono a volte, illudere per pochi momenti. 

La notizia della fine, purtroppo ti raggiunge, nei momenti in cui si è più soli e indifesi.
Maledetti cellulari che ci rendono raggiugibili ovunque.

Ora lasciamo che il tempo e il silenzio allenti il dolore di tutti.

Nel caso, in futuro, chiamo io.

Parametri Macchina

Pressione  Massima         111

Pressione  Minima             71

Frequenza Cardiaca          56


Prima notte di quiete, dopo molte passate insonni.

venerdì 10 giugno 2011

Lo specialista

 Alcuni malfunzionamenti e rallentamenti succedono sempre nelle ore più strane, quando minore è l'utilizzo.
Le indagini a posteriori fatte sui dati raccolti (i famigerati logs), non sempre permettono di capire la natura dei problemi. La correlazione di fenomeni diversi non è sempre così facile anche utilizzando sofisticati strumenti di analisi e reporting.
Così, dopo due notti consecutive di rallentamenti, prima che il disservizio superi il livello di guardia, lo specialista cerca di verificare di persona la natura e le modalità con cui i problemi si presentano.
Per questo motivo ho passato la serata, in una sorta di veglia, al capezzale del  sistema automatico che le notti precedenti aveva subito dei blocchi.
Ho controllato con pazienza ogni tipo di segnale sospetto, accovacciato e immobile come un gatto a cui hanno dato l'incarico di stanare un topo.
Purtroppo (o per fortuna) il topo era stato avvertito e ha pensato bene di non farsi vedere. Tutto è andato liscio. La macchina ha continuato a funzionare senza il minimo tentennamento.


Uscendo, piuttosto che immedesimarmi in Gatto Silvestro incapace di catturare Speedy Gonzales, con soddisfazione mi sono identificato nella mia nuova mansione di Portafortuna.

giovedì 9 giugno 2011

Il Bug Devastante

I problemi informatici, molto spesso, quando si manifestano, hanno l’intensità delle brezze che fanno rabbrividire, durante le serate estive. In genere si tende a non considerarle sapendo che sono solo fenomeni passeggeri. 
I computer di oggi sono più veloci di quelli passati e diversi da quelli che verranno. Le nuove tecnologie ci aprono ogni giorno le porte verso nuove opportunità di lavoro, verso servizi migliori che tendono a migliorare la qualità della nostra vita. Siamo così abituati, ormai, alla presenza di queste macchine sempre più versatili, tanto che spesso, dimentichiamo che in fondo altro non sono che macchine e che i programmi, che ne regolano il funzionamento, possono evidenziare prima o poi dei malfunzionamenti  “devastanti”.
In termine tecnico, questi malfunzionamenti, vengono detti Bugs. Un malfunzionamento software o un guasto hardware, che si verifica su un server con centinaia o migliaia di utenti connessi, dopo i primi momenti di “simil brezza estiva” si propaga con la velocità di uno tsunami. 
Tutti gli utilizzatori impattati rimangono immediatamente, prima con il fiato sospeso, in attesa che la fatidica clessidra di sblocchi, poi desolatamente soli, incapaci di spiegarsi il problema. Le reazioni di ciascuno sono tra le più diverse : chi arrabbiato per il lavoro perso si alza e va a prendersi un caffè, sperando in una rapida ripresa, altri più pazientemente, cercano di risolvere la cosa con l’ormai classica operazione dello spegnimento e riaccensione della macchina, l’ultima categoria alza il telefono e fiducioso chiama il servizio di Help Desk ormai gia intasato di chiamate analoghe. 
L’utente diventa a questo punto un naufrago che, in maniera autonoma e attraverso i più disparati canali, colleghi di altri uffici, amici presso il CED, cerca notizie e previsione di ripristino del servizio. 
Chi invece lavora presso i Sistemi Informativi,cioè nella stanza dei bottoni, viene spesso allarmato dai sistemi di monitoraggio, ma quasi sempre è una telefonata il primo segnale che avverte che qualcosa non va. 
I primi momenti di verifica servono a isolare la fonte del problema ma, se il problema non si risolve in poco tempo ecco che entra in campo la famigerata “Escalation”. 
L’escalation è quella attività o comportamento che si propone di portare alla giusta attenzione un problema per ottenerne una più rapida soluzione, richiedendo la messa in campo di risorse via via sempre più specialistiche.
Dal punto di vista tecnico i problemi dopo una prima analisi quasi sempre vengono indirizzati, attuando la soluzione più appropriata che, però, il più delle volte non è anche la più veloce. Alla fine a lavorare sul problema rimangono pochi specialisti, quelli dotati della maggiore esperienza e delle conoscenze specifiche.
 Ma, più passa il tempo,  più attorno a loro si scatena la saga dell’Escalation. Tutti i responsabili delle varie funzioni coinvolte, riportano la situazione critica ai rispettivi responsabili con la spirito dell”Io ho avvertito, il mio compito l'ho fatto”. Partono mail di fuoco verso i responsabili del servizio, in copia conoscenza al mondo intero, in una sorta di Gogna Informatica (E-gogna).
 La scalata si ferma i vertici più alti per poi continuare, sotto l’apparente interessamento al ripristino del servizio, puntando soprattutto all'individuazione dei responsabili. 
Nascono riunioni e comitati di emergenza, mentre alcuni personaggi insignificanti  sono incaricati di marcare in maniera asfissiante i poveri tecnici, ossessionandoli con le solite domande idiote :
“ Quando riparte ?”,
“Possiamo dare qualche previsione alla direzione ?”.
 Le risposte inizialmente possono essere dei  “Non so” o qualche stima appprossimativa, poi, più l’insistenza aumenta, più cresce la probabilità di un “vaffa…..”.
I sistemi poi più o meno rabberciati, ripartono con il sollievo dei tecnici e degli utilizzatori. Il più delle volte, ritornato il sereno, tutti si pongono la domanda :
“Perché tutto questo casino ?"

Situazioni di questo tipo, tanto più lungo è il disservizio, inducono nelle aziende sane, delle considerazioni che aiutano a ridare la giusta importanza a reparti dimenticati, correggendo le derive sfrenate dettate dalle politiche di riduzione costi o da manager inadeguati. Qualche rara volta avviene una rivalutazione delle figure tecniche, perennemente dimenticate dai manager, ma soprattutto spesso saltano fuori risorse e finanziamenti nascosti sotto chissa quale materasso.

mercoledì 8 giugno 2011

Per Guardare Avanti


 E' da qualche giorno, direi da sabato, che mi ritrovo padrone delle mie forze.
Arrivo alla sera come ai bei tempi, senza cedimenti o cadute di concentrazione.
Rifugio Velo della Madonna
I giorni di riposo trascorsi la scorsa settimana sembrano essere stati un toccasana.

Qualche anno fa, ormai, mai mi sarei ritagliato periodi di riposo, come quello appena terminato.
Tutto sembrava gravare sulle mie spalle e quindi non potevo mancare.

La ripresa di questa settimana, pur con qualche tentennamento iniziale è stata positiva, carica di voglia di fare e con la giusta concentrazione sul lavoro.

Ho anche trovato il tempo, cosa inusuale, per programmare le prossime uscite.
Dopo il mare della settimana scorsa ora tocca ai monti .
Domenica prossima punto a quel posto magico che è, per me, il Rifugio Velo della Madonna, indipendentemente dal fatto che sia o meno aperto. Salirò lassù, tempo permettendo.
Rifugio Nuvolau

Poi ci sarà la parentesi “aziendale “ del Team Building del 16 e 17 Giugno, quasi una vacanza, seguito da un fine settimana ancora da definire ma che sarà probabilmente di mare.

Il 22 e 23 Giugno, con un giorno di ritardo sul Solstizio d'Estate, salirò con calma al rifugio Nuvolau, con l'obiettivo di aspettare l'alba da quella terrazza così speciale.  

martedì 7 giugno 2011

1h.21'.01"

Foto apparsa sul numero di Correre di
Aprile 1994
Foto relativa al "CorriFerrara" edizione del 1994 corsa il 17 Febbraio.
Io sono uno dei podisti della foto.
E' stata la mia mezza maratona più veloce, anzi la mia migliore prestazione in assoluto.

Quando si vivono momenti unici, non ce ne rendiamo conto. In quel momento non lo sapevo e all'arrivo pensai immediatamente a come affinare l'allenamento per migliorare quella prestazione.
Tutti sacrifici fatti per arrivare fino a là erano un lontano ricordo.

In seguito avvicinai ancora quel tempo senza mai migliorarlo, ma quella fu la mia migliore stagione.
In autunno alla Maratona di Venezia, puntando al tempo di 2h.50'.00", crollai al 32 esimo  chilometro, terminando appena sopra le tre ore. Già la forma e le motivazioni si stavano affievolendo.

Oggi, dopo quanto ho vissuto, mi rivedo come se fossi un' altra persona.

Un giorno, un pensatore indiano.....

Un giorno, un pensatore indiano fece la seguente domanda ai suoi discepoli:
"Perché le persone gridano quando sono arrabbiate?"
"Gridano perché perdono la calma" rispose uno di loro. 
"Ma perché gridare se la persona sta al suo lato?" disse nuovamente il pensatore. 
"Bene, gridiamo perché desideriamo che l'altra persona ci ascolti" replicò un altro discepolo. 
E il maestro tornò a domandare: "Allora non è possibile parlargli a voce bassa?" 
Varie altre risposte furono date ma nessuna convinse il pensatore. 
Allora egli esclamò: "Voi sapete perché si grida contro un'altra persona quando si è arrabbiati? Il fatto è che quando due persone sono arrabbiate i loro cuori si allontanano molto. Per coprire questa distanza bisogna gridare per potersi ascoltare. 
Quanto più arrabbiati sono tanto più forte dovranno gridare per sentirsi l'uno con l'altro. D'altra parte, che succede quando due persone sono innamorate? Loro non gridano, parlano soavemente. E perché? Perché i loro cuori sono molto vicini. La distanza tra loro è piccola. A volte sono talmente vicini i loro cuori che neanche parlano, solamente sussurrano. 
E quando l'amore è più intenso non è necessario nemmeno sussurrare, basta guardarsi. I loro cuori si intendono. E' questo che accade quando due persone che si amano si avvicinano." 
Infine il pensatore concluse dicendo: "Quando voi discuterete non lasciate che i vostri cuori si allontanino, non dite parole che li possano distanziare di più, perché arriverà un giorno in cui la distanza sarà tanta che non incontreranno mai più la strada per tornare." ♥ ♥
[ Mahatma Gandhi ]