mercoledì 16 febbraio 2011

La zitella

 In informatica e non solo, la strategia degli annunci è usata spesso e volentieri.
Non sempre l'intento è quello di preparare migliaia o milioni di potenziali clienti a qualcosa di estremamente innovativo. L'obiettivo spesso è quello, soprattutto per quegli annunci molto anticiparti, di congelare il mercato mettendo in attesa i clienti ma, soprattutto, spiazzando i concorrenti.
In passato non sempre poi ciò che veniva annunciato corrispondeva a ciò che i clienti si ritrovavano a usare. Molto spesso per vedere la realizzazione di certi annunci si dovette aspettare anni e qualche volta aspettare invano.
IBM negli anni ottanta e novanta fu maestra in questo senso, anche se allora, aveva pressoché il monopolio di tutto ciò che riguardava i grandi sistemi.
Ci sono stato annunci e successive apparizioni sul mercato di tecnologie e software che hanno praticamente cambiato il corso dell'informatica.
Basti pensare all'uscita del primo PC da parte di IBM. Quegli standard dei primi anni Ottanta sono ancora all'interno dei pc di oggi.
Microsoft negli anni Novanta annunciando Windows, che tecnologicamente, a detta di molti, non era all'altezza di altri prodotti analoghi presenti sul mercato, riusci a bloccare per qualche anno l'evoluzione di quel tipo di software, in attesa delle versioni successive che, solo dopo qualche anno furono all'altezza dell'annuncio originale.

Infatti già da anni Apple faceva cose molto più valide tecnologicamente, ma i suoi sistemi erano confinati a un mercato di utilizzatori ristretto, generalmente grafici o creativi, considerati quasi una setta.
IBM proprio in alternativa a Windows, offriva in quel periodo OS/2, un sistema operativo tecnologicamente molto avanzato ma che non riusci a incontrare il favore dei clienti, ma soprattutto degli sviluppatori di software.
Non sempre le cose più innovative dal punto di vista tecnologico riuscirono in passato a emergere, come sarebbe stato giusto. Il marketing e soprattutto i roboanti annunci riuscirono a condizionare il mercato e di conseguenza l'evoluzione dell'informatica.
Esempi più recenti si possono trovare nel il mondo dei cellulari che, fino all'arrivo di IPhone di Apple, era in mano a Nokia e ad alte poche aziende che, pur presentando sempre nuovi modelli, sembravano centellinare l'innovazione tecnologia allo scopo di controllare il mercato, massimizzando gli investimenti fatti.
Apple ha scompaginato l'offerta, proponendo un balzo in avanti tecnologico che ha costretto tutti gli altri a rimettersi a correre e investire, per non restare esclusi dal mercato. IPhone di fatto non era un cellulare in tutto e per tutto, era “anche un cellulare”, ma da quel giorno il mondo della telefonia non è stato più lo stesso.
Una rivoluzione simile sta avvenendo nel modo dei tablet, stravolto dall'uscita di IPAD.
Apple con l'IPAD, ha lanciato un'idea oltre che un prodotto nuovo, proponendo qualcosa che ha incontrato il favore dei clienti, per la semplicità di utilizzo, l'immediatezza e le nuove prospettive che sta facendo intravvedere.
Gli altri, rimasti ancorati ai PC e ai Portatili, ora sono tutti là a rincorrere affannosamente l'idea di Steve Jobs di Apple.

Nei grossi centri di produzione software, dove invece si producono e sviluppano i grossi sistemi, si vive una situazione parallela di continua evoluzione software, fatta di annunci e nuove tecnologie.
Il web ha sconvolto il modo di far software, Java ha portato la possibilità di separare il software dalla piattaforma hardware. La virtualizzazione sta rivoluzionando le architetture dei sistemi e oggi non si fa altro che parlare di Cloud Computing

Ma per chi sviluppava software esiste da anni una chimera che si chiama SOA, Service Oriented Architecture, una tecnologia che da anni promette di rivoluzionare il modo di produrre software.
In poche parole l'obiettivo della Soa è quello di catalogare, selezionare i “servizi “ utili e usati nelle aziende, individuando i servizi più importanti quali : l'emissione ordine, la nuova assunzione, l'emissione fattura, la spedizione di un articolo, ecc., traducendoli in servizi software.
Si vorrebbe in questo modo, creare degli standard software riusabili da tutti coloro che all'interno delle varie applicazioni avessero la necessità di eseguire quelle specifiche funzioni.
Questo eliminerebbe lo spreco, fatto fino ad oggi, di riscrivere ogni volta cose già fatte da altri sprecando risorse e allungando i tempi di sviluppo.
Allo stesso tempo ciò permette di mascherare tutto ciò che sta dietro a questi servizi aziendali, quindi i sistemi software e di conseguenza le macchine che in questo modo potrebbero cambiare senza impattare sugli utilizzatori dei servizi

Questa tecnologia che sembra sempre li li per esplodere, ha bisogno di un grosso lavoro di preparazione e analisi, dovendo  selezionare i servizi attraverso l'analisi dei processi aziendali.
In questi anni le aziende, spesso prese dalla necessità di rimanere in un mercato sempre più schizofrenico e penalizzato dalla crisi, cambiano in continuazione e spesso, sono poco propense a dedicare del tempo a simili processi di analisi che spesso impattano nell'organizzazione.
Così la SOA, oggi, cerca scorciatoie per emergere, evitando progetti faraonici, ma, in ogni caso, sembra capitata in un momento sbagliato e appare come un treno che sta accumulando un ritardo sempre crescente.

La paragonavo in questi giorni a quelle ragazze che a vent'anni sono talmente belle e sempre in attesa di un principe azzurro che, mai sembra assere all'altezza della loro bellezza.
Poi con gli anni la bellezza sfiorisce, come pure le prospettive e molte di loro si trovano a rimanere “zitelle”, usando un termine desueto, che non vuole essere offensivo.

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