venerdì 30 aprile 2010

Eppur si muove

Nel corso della rieducazione presso il reparto di cardiologia ho avuto modo di eseguire parecchi esercizi per potenziare i muscoli delle braccia, spalle e pettorali.

Ho proseguito con buona costanza poi in una palestra con altri esercizio analoghi e che perseguivano lo stesso scopo. Uno dei benefici di tutto questo è stata anche una ridotta mobilità del defibrillatore.
Questo beneficio lo percepivo durante la corsa dove i balzi potevano potenzialmente farlo ballare.

Poi, finiti i tre mesi di palestra ho deciso di proseguire in autonomia, privilegiando la corsa e abbandonando gli esercizi alle braccia.
Morale, dopo tre mesi di mancati esercizi alle braccia, riprendendo recentemente la corsa ho notato un marcato movimento del defibrillatore, che ho subito addebitato a un rilassamento dei muscoli pettorali a causa della mancata ginnastica.

Avendo mandato a memoria sia gli esercizi che i pesi da usare, mi attrezzerò a casa per eseguire quella ginnastica in modo da recuperare la tonicità perduta.

Nel caso potesse servire.....

L'assedio di Barcellona, l'assedio di Berlino


Ci sono assedi e assedi. Molte volte le imprese sportive, o presunte tali, vengono descritte usando i toni forti che solo le parole di guerra possono dare. 
Ci si imbatte sempre più spesso in parole come "battaglia", "scontro","assedio"  mentre la parola eroe si spreca quando si fa riferimento al o ai protagonisti di un'impresa sportiva.


Rivedendo la partita di ieri sera, si è avuta netta l'impressione di un'assedio: le statistiche della partita riportano valori mai visti. Il possesso della palla da parte dei catalani è stato di circa l'80 %, Cose dell'altro mondo. Come se l'inter non avesse giocato, anche se alla fine è stata la squadra che ha vinto la guerra guadagnandosi la finale di Madrid.


C'è però da dire che il numero delle palle gol per il Barcellona, goal a parte, è stato minimo rispetto alla mole di gioco prodotto, al continuo fraseggio al limitar dell'area nerazzura. Sempre la davanti senza trovare i due guizzi necessari per guadagnarsi la finale.


I due schieramenti, soprattutto dopo l'espulsione, si sono fronteggiati. Quello che doveva vincere a tutti i costi attaccava in modo ordinato, forse anche troppo, mente gli interisti si difendevano in modo altrettanto razionale.


Normalmente l'organizzazione dell'inter prevedeva quattro giocatori in linea di difesa, quattro giocatori sulla linea di centrocampo, mentre un singolo attaccante rimaneva avanzato, con il primario compito di disturbare i difensori avversari ma anche e soprattutto perchè qualche volta i miracoli avvengono, soprattutto credendoci.


Merito di Mourinho è aver creato una squadra dove nessuno si sente una primadonna e tutti sanno sacrificarsi allo stesso modo senza risparmiarsi.
Questa è una caratteristica che non ricordo aver mai visto e riconosciuto negli anni passati e di cui Mou è stato l'artefice nell'inter di oggi.


Ma come dicevo all'inizio ci sono assedi e assedi. Trentotto anni fa l'inter giocava la sua ultima finale di Coppa campioni a Rotterdam il 31 Maggio del 1972. Fu battuto dall'Ajax e da Crujiff.


Io avevo 14 anni e non ricordo niente di quella finale che sicuramente seguii alla tv. Di quel torneo di Coppa Campioni ricordo invece la lunghissima sfida con il Borussia di Mönchengladbach terminata a Berlino il 1 Dicembre del 1971. 


Quella sera si ripeteva la partita di ritorno in terra tedesca degli ottavi di finale persa per 7 -1 ma invalidata grazie a una  lattina che aveva colpito Boninsegna.


A Berlino l'inter fece debuttare un giovane portiere di 20 anni : Ivano Bordon di Marghera (Ve) al posto di Lido Vieri indisponibile.


Anche quella partita venne giocata nella sola metà campo dell'inter. Il Borussia doveva recuperare la sconfitta per 4-2 subita  a Milano. Quell'assedio fu alla porta dell'inter, difesa da quel ragazzo di 20 anni, che quella sera parò l'impossibile, compreso un rigore. 
Fu una partita memorabile, e come oggi dice Mourinho "epica". Epica perchè il suo ricordo e' ancora impresso nella mia mente,come in quella di molti interisti della mia generazione. Epica perchè mi piace raccontarla e raccontare le gesta di quel portiere a chi non c'era.


Ma quell'inter non aveva l'organizzazione vista ieri sera, quell'Inter superò il turno soprattutto grazie alle gesta di Ivano Bordon che da quel giorno iniziò la sua carriera da portiere titolare.


Oggi suona un pò stonato il verso "Pazza Inter".

giovedì 29 aprile 2010

A volte qualcosa va per il verso giusto

Cominciai  a cercare nelle tasche della giacca.
Il portafoglio non c'era, volatilizzato o forse lasciato chissà dove. Ancora un disperato sguardo, pensando che, magari con un gesto involontario, lo avessi infilato nei calzini o in chissà quale nascosta tasca.

Rassegnato uscii dall'ufficio, cominciando a ripercorrere la strada a ritroso. La speranza più vicina era la macchina. Lo avevo lasciato sul sedile anteriore, come altre volte preso nella fretta di entrare in ufficio o in un momento di distrazione.

" Si certamente è là, apro la porta della macchina e me lo vedo nel sedile di destra"

Accelerai il passo, per chiudere al più presto l'incidente. Una riunione mi attendeva di li a pochi minuti.
A passo spedito coprii la strada che mi separava dal parcheggio, con il telecomando aprii la macchina da lontano. Entrato constatai che del portafoglio non c'era nemmeno l'ombra.
Tentai un' ultima disperata ricerca tra sedili e sotto i tappeti, niente.

Qual'era l'ultima occasione in cui ricordavo di aver usato il portafoglio ?
"Facile", pensai, "durante il viaggio avevo fatto gasolio in una stazione di servizio lungo la tangenziale!"

D'un tratto ricordai tutto e  la scena si materializzo nella mia memoria :

durante il rifornimento "fai da te", per non so quale motivo e non ricordo spinto da quale fretta, avevo tentato di fare rifornimento e contemporaneamente sfilare i soldi dal portafoglio appoggiato  sulla macchina.

"Ecco" , dissi, " la è rimasto e portafoglio, sopra la macchina e da li è caduto appena partito".


La strada a ritroso di colpo si allungò.


Misi in moto la macchina e mi avviai verso la tangenziale.
Lungo il viaggio, pensai a tutto quello che avrei eventualmente perso oltre alle varie carte di credito e bancomat : dalla patente ai documenti vari di identità. I soldi mi sembravano l'ultimo dei problemi.
Comunque un lavorone rimettere tutto a posto.

In meno di mezz'ora ritornai alla stazione di servizio cercando immediatamente la persona a cui ricordavo di aver pagato il rifornimento. Non c'era nessuno e solo dopo un pò mi venne incontro un addetto alla stazione di servizio.
" Avete per caso trovato un portafoglio ?" chiesi terrorizzato da una risposta negativa.
"Si " , rispose l'altro," lei si  chiama per caso .... ?
" Si proprio così",
"Le ho appena telefonato a casa per avvertire del ritrovamento. Lo sa che io e lei abbiamo lo stesso cognome, ecco perchè  non lo avevo dimenticato".

Ripresi possesso del mio portafoglio che il signore per precauzione aveva già chiuso in cassaforte.

Lasciata una mancia , rigraziai, mi concessi un caffè e tornai sollevato al lavoro.

martedì 27 aprile 2010

Voce del verbo "Bacare"

Raggiunta la strada si trattava di cominciare lentamente a passo svelto oppure partire di corsa senza strafare.
Fu in quel momento che, forse per abitudine, mi guardai il polso per verificare la frequenza cardiaca realizzando che il cardiofrequenzimetro non c'era . Dimenticato. Come potevo averlo dimenticato ?

Mi ero preparato con cura, pensando prima all'abbigliamento, ne troppo leggero ne troppo pesante. All'orizzonte si notavano nubi minacciose di pioggia e così avevo preferito il pile leggero alla maglietta maniche corte.
L'ipod con le sue 228 conzoni, lo avevo saldamente fissato al braccio dove potevo facilmente accedere alle regolazioni. Gli auricolari erano al loro posto.

Mancava solo il cardiofrequenzimetro, il cruscotto del mio cuore 
Ci pensai qualche secondo, decisi che potevo correre lo stesso, basandomi sul respiro. 
Nel mio dialetto il respiro affannoso è spiegato dal verbo "Bacare",
Ecco bastava solo che stessi  attento a non "bacare".


Bacato, un pò ho bacato, ma tutto è andato bene. Mi sono rincuorato.
Con calma ho ripreso l'attività sportiva interrotta quindici giorni fa dopo un dopo corsa un pò difficile.

A domani la prossima.

Cose dell'altro mondo

A dirla tutta il mio film preferito è : " Il  Paradiso può attendere" film prodotto da Warren Beatty e Buck Henry nel 1978.


Il paradiso può attendere.  (wikipedia)













Mi è sempre piaciuto sin dalla sua uscita nel 1978. L'ho visto decine di volte senza mai stancarmi.

Tra i messaggi che il film ha saputo trasmettermi ci sono :

L'ineluttabilità del destino. Così è cosi rimane, nessuno può cambiarlo. Tutto è già scritto.
Anche gli angeli possono sbagliare.
L'amore riesce a vedere oltre le apparenze.
L'attenzione che bisogna  dare ai particolari.

Forse, tra le persone che mi conoscono, qualcuno potrà obbiettare sul fatto che, relativamente a ciò che mi è successo, la mia eventuale destinazione fosse effettivamente il paradiso.
Diciamo questo : mi è stata data la possibilità di prepararmi meglio per la prossima volta.

lunedì 26 aprile 2010

Dieta e Dietologa

La dietologa era sempre la stessa che avevo conosciuto quando mi dilettavo, non senza fatica nelle maratone.
A guardarla, mi venne da pensare che pure lei avrebbe avuto bisogno di una dietologa, forse vale anche per i dietologi il proverbio "il calzolaio cammina con le scarpe rotte".

La ricordavo più giovane, oltre che più magra e ad occhio e croce era invecchiata di quanto ero invecchiato io.
Diversamente da lei, io avevo già cominciato a sgretolarmi e per questo motivo ero stato convocato.

Non ricordo quale anno, doveva essere il 1994- 1995, io ero alle prese con la maratona e l'obiettivo continuo di migliorarmi.
Mi ero iscritto a una società di atletica, avevo un allenatore, seguivo tabelle di allenamento quasi da professionista e avevo deciso di curare anche la dieta.

Mi rivolsi quindi al reparto di medicina dello sport di un ospedale della zona e consultai la dietologa.
Già a quei tempi pesavo circa 65-66 Kg.

Mi sembrava di essere una piuma, mangiavo ciò che volevo e percorrevo circa 15 - 17 km di corsa al giorno.
Ero talmente magro che più di una volta i miei genitori, ma anche persone amiche, mi chiesero in tono confidenziale se per caso non fossi ammalato.
Ho sempre rassicurato tutti dicendo che stavo benissimo, anzi non ero mai stato così bene.
Inizialmente rimanevano comunque scettici, ma non vedendomi peggiorare probabilmente con il tempo si convinsero.

A quei tempi dissi alla dietologa che volevo migliorare i miei tempi di maratona. Avevo gia corso la maratona sotto le 3 ore e potevo considerarmi un buon maratoneta.
Subito mise l'accento sul peso : dovevo perdere un pò di peso , dai 65 Kg  arrivare almeno fino ai 63 kg.

Mi prescrisse una dieta che prevedeva, forse 1600 o 1900 calorie.
Non  riuscii mai a rispettarla completamente, continuando a correre e contemporaneamente cercando di dimagrire.

Periodicamente erano previste le visite di controllo in cui, tra le altre cose, c'era la verifica del peso. In vista di una di queste, ma penso sia stata l'ultima, dovevo arrivare ai 63 kg, ma il giorno prima mi accorsi di essere almeno un kilo sopra.

Quella mattina alle prime luci dell'alba uscii a correre, percorsi i miei 15 km di allenamento, poi rimessomi in sesto, andai alla visita senza toccare un goccio d'acqua e senza fare colazione.
Centrai il peso , ma fu l'ultima volta che vidi la dietologa.
Continuai comunque a correre senza l'assillo della dieta, raccogliendo per alcuni anni ancora soddisfazioni e benessere.

Il 29 gennaio, mi ritrovai davanti alla stessa dietologa ,non rivelai il mio passato, preferii essere un cardiopatico e basta.
Parlammo un pò di quello che mi era successo, ma scivolammo ben presto sugli altri problemi di cuore, sui miei problemi familiari e sugli stati d'animo sovrapposti che stavo vivendo.
Fu molto comprensiva, mi ascoltò con pazienza e non mancò di darmi dei consigli.

Finalmente poi si parlò di omocisteina, del valore 26 che gli esami avevano evidenziato, rispetto al 15  che era il tetto massimo della normalità.
Quindi acido folico per combatterla.

Dieta a base di cereali, frutti di bosco e yogurt a colazione.
Pranzo e cena con 70 grammi di pasta o 120 gr di carne. Legumi e verdura verde a volontà.

A metà mattinata qualche spremuta di arancia e lievito di birra.
Naturalmente tutto ciò non basta e qualche integratore alimentare aiuta.

Da quella data sono sulle piste dell'omocisteina, anche se non nego qualche sbandamento.
Il peso è stabile, anche se, pure questa volta, un  paio di chili dovrei ancora perderli.

A maggio ci sarà il controllo, ma non ho l'assillo di nessun traguardo.

domenica 25 aprile 2010

L'omocisteina questa sconosciuta








L'omocisteina è un amminoacido solforato di peso molecolare 135,186 che si forma in seguito a perdita di un gruppo metilico da parte della metionina, un aminoacido essenziale ossia da introdurre con la dieta.
L'aumento dell' omocisteina nel sangue viene oggi considerata un fattore di rischio cardiovascolare.

Valori elevati di omocisteina nel sangue sono accusati di volta in volta di portare ad un aumento del rischio di:
  • coronaropatia (che può portare tra l'altro a infarto cardiaco ed angina pectoris)
  • ictus ischemico,
  • tromboembolia
  • demenza senile
  • ritardo o diminuzione dell'intelligenza nei bambini in età scolare
  • malformazioni fetali (spina bifida)

    (fonte wikipedia)

    Verso gennaio 2010, mi comunicarono che alcuni esami fatti nel corso della rieducazione, avevano rivelato valori alti di una proteina: l'omocisteina.
    "Nulla di grave, si rassicuri", disse l'infermiera dall'altra parte del filo , " dovrà mettersi a dieta".

    "Incontrerà la dietologa il 29 Gennaio. In quella occasione le spiegheremo  tutto."

    ROMA - SAMPDORIA 1- 2


    Oggi è stata una bella giornata.
    Sole in quasi tutta la penisola, a parte la Calabria dove si racconta di cielo nuvoloso e pioggia.

    Un 25 aprile con la solita dialettica tra maggioranza e opposizione.

    La giornata di campionato ha visto la solita sconfitta del Milan a opera del Palermo, la Juventus è tornata alla vittoria, come pure Chievo sulla Fiorentina, quest'ultima dal rendimento sempre altalenante.
    Per concludere il quadro delle partite Il Bologna ha battuto il Parma e il Livorno il Catania. Pareggio tra Napoli e Cagliari.

    La Lazio ha raggiunto una posizione rassicurante in chiave salvezza battendo il Genoa.

    Nient'altro di significativo da segnalare se non il fatto che la Liegi Bastogne Liegi è stata trasmessa da Rai tre, al posto della partita padana, ma io non l'ho vista.

    Ha vinto Alexandre Vinokourov. Quest'anno gli italiani, nelle classiche di primavera hanno fatto scintille, nessuna vittoria.

    Padre e Figlio

    Mi figlio ha 5 anni. Da tempo ho capito che devo fare i conti con le sue idee.
    Le sue prese di posizione sono difficili da smuovere.
    Non nego che certe volte per farmi seguire su cose che volevo fare, a volte per mia necessità, altre volte pensando di fare piacere pure a lui, sono arrivato a compromessi o addirittura a mercanteggiare un suo consenso. 

    Insomma ho barattato il suo consenso normalmente con giocattoli.

    Stamattina, uscendo per una passeggiata, come qualche volta succede, si discuteva su ciò che potevamo acquistare alla vicina festa dei fiori.

    Ben presto abbiamo concordato che avremmo comprato una piantina a cui lui avrebbe accudito provvedendo a innaffiarla. 

    Alla domanda :

    " Prendiamo una pianta da frutta da piantare fuori o una pianta da fiori  ?"

    La sua risposta, che ha chiuso la questione è stata .

    " Decido io !"

    Zittito in questo modo , ho preso atto proponendomi di riprendere il discorso più avanti.
    Dopo pochi minuti, forse incoraggiato dalla mia disponibilità a spendere il piccolo ha ripreso dicendo :

    "Io vorrei comprarmi i pattini , papà me li compri ?"

    Con piglio deciso ho risposto :
    "Penso  sia meglio che tu impari a correre senza le rotelline sulla bici, poi penseremo eventualmente ai pattini "

    Io pensavo di aver chiuso la questione, visto il breve silenzio seguito alla mia risposta ma di rimando mio figlio ha ribattuto :
    "Ci sono troppe persone che mi dicono cosa devo fare !"

    Mi son fatto ripetere la frase, pensando di aver capito male.

    Sulla pianta non abbiamo più litigato. Alla fine la pianta si è materializzata in un tamburello che, mi hanno detto, non è da inaffiare.

    Le cardiopatie che tutti vorremmo




    sabato 24 aprile 2010

    Questioni di cuore (quello vero)

    Ci sono giornate strane, come oggi, dove percepisco che qualcosa non va come dovrebbe.
    La stanchezza, che normalmente mi accompagna dal tardo pomeriggio, oggi mi ha preso per mano fin dal mattino.

    Qualche battito a vuoto, la sensazione di valori di pressione bassa, qualche capogiro.
    Un senso di sonnolenza pesante, da far desiderare un letto e un buon cuscino, col sole alto in cielo.

    E' stato un sabato trascinato, dove potevo fare meno cose, mentre ho voluto mantenere tutto quello che avevo promesso, ci tenevo.

    Rallentare, quando  si è stanchi, è segno di buon senso.

    Liegi Bastogne Liegi


    Signori di RAI TRE domani si concludono le classiche del nord. Si corre la Liegi Bastogne Liegi.
    Io sono Veneto, vivo vicino a Venezia, alle ultime elezioni non ho votato e non so quando voterò ancora.

    Nonostante questo outing, che mi mette sulla sponda opposta, non fate tiri mancini, non trasmettete partite di calcio che già di loro si svolgono su stadi vuoti.
    Del calcio veneto non me ne frega niente, il calcio per me ha due soli colori : il nero e l'azzurro.
    Noi appassionati di ciclismo, pure noi drogati (di passione), per il solo sport dove la droga è di casa (????), vorremmo goderci quest'ultima cerimonia.
    Se proprio volete vendicarvi, trasmettete una gara allievi di ciclismo, normalmente ha più pubblico delle partite padane che volete propinarci, ci accontenteremo lo stesso.

    INTER - ATALANTA 3- 1


    Ottima schiacciata nel campo avversario

    venerdì 23 aprile 2010

    Shall we dance ?

    Alla fine della rieducazione, come d'uso, in ospedale mi rilasciarono una sorta di lettera di dimissione.

    Erano elencate alcune raccomandazioni e regole di comportamento che avrei dovuto seguire,
    gli sport che potevo  praticare:

    camminare,
    correre lentamente,
    andare in bici,
    lo sci di fondo,
    ballare.

    Nelle tre prime attività sportive io già mi cimentavo, con le dovute precauzioni sin da pochi giorni dopo il ritorno a casa.
    Lo sci di fondo a quei tempi, era novembre, lo consideravo tra le attività che nel corso dell'inverno avrei potuto praticare, avendolo già fatto in passato.
    Sul ballo non mi soffermai, per un paio di ragioni, la  prima su tutte : detesto ballare; la seconda : non lo considero uno sport. Punto e basta.

    Non ci guardai più fino a marzo.

    Marzo, ma comprendiamo anche febbraio, non sono stati mesi particolarmente frizzanti anche se i cambiamenti e le decisioni prese sono state importanti. Questioni di cuore in ogni caso, ..... le altre.

    Serate dominate dalla solitudine, dall'attesa di non so che cosa, da pensieri e riflessioni da cui non ne uscivo se non con qualche goccia che mi faceva dormire fino al mattino seguente. Poi ci pensava il lavoro a riportarmi in prossimità delle gocce successive.

    Poi è cominciato il recupero, lento : " non posso continuare così" , " cosa potrei fare ?" .

    Mi nacque il tarlo del "potrei imparare a ballare", "è un modo per fare qualcosa di nuovo", mi dissi per convincermi. L'idea, nonostante il retroterra culturale già spiegato mi maturò lentamente fino a farmi cercare su internet una scuola che potesse fare per me.
    In un attimo decisi il genere : latino americano. Dopo un paio di ricerche su google ero già a scrivere per richiedere sedi e orari a una scuola specializzata.
    Furono molto gentili, mi risposero solerti, mi incoraggiarono e mi diedero appuntamento il 29 marzo, "munito di un sorriso e di scarpe da ginnastica". 
    Arrivai quella sera con il sorriso e scarpe da ginnastica, bianche ,  nuove di zecca (45 euro).
    Chiesi se avevo azzeccato il posto giusto e visto che ero il primo mi rassicurarono che di li a poco sarebbero arrivati gli insegnanti. 
    Quest'ultimi, giovani e frizzanti, arrivarono. Ci diedero poche indicazioni ed entrarono nella sala degli specchi, dove, dopo aver indossato le scarpe da ballo, li raggiunsi.
    Una delle pareti era tappezzata di specchi, capii subito il motivo, avevo visto qualcosa di simile nel film "saranno famosi".
    Appena riuniti tutti nella stanza, diedi un veloce sguardo ai miei compagni di corso. Eravamo in 12, 6 donne 6 uomini, manco a farlo apposta.
    Immediatamente realizzai che potevo essere il padre di ciascuno dei miei colleghi di corso. 
    Non ci pensai e incominciai a guardarmi allo specchio muovendo i primi passi di salsa cubana.
    Tutto sembrava facile. Ero impacciato, a volte incespicavo e perdevo il ritmo, ma nessuno nasce imparato e dopo un pò di esercizio i passi mi risultavano quasi normali.
    Poi venne il fatidico momento in cui l'insegnate disse : "e ora formiamo le coppie e proviamo".

    " Ecco ", pensai , " chissà chi vorrà ballare con me".  

    Mi si avvicinò una ragazza minuta, castana, probabilmente non aveva scelta, io ero molto imbarazzato.
    L' insegnante ci spiegò l'impostazione delle braccia e la funzione di ciascuno: "l'uomo porta, la donna segue".

    Pian piano le cose cominciarono a ingranare, i passi diventavano sempre più naturali. Ci si guardava per comunicarci i movimenti e qualche volta per sorriderci per i piccoli successi.

    Io sudavo, e più me ne rendevo conto, più sudavo. Verso la fine della lezione, grondante, andai completamente nel pallone e non riuscii più a mettere in fila due passi che fossero due. 
    La ragazza mi guardava, incoraggiandomi e mi incitava a riprovare, inutile.
    Mi salvò, come a scuola la campanella e la fine della lezione.
    Le coppie si sciolsero all'istante , la ragazza si avvicinò all'amica con cui era arrivata, io chiesi informazioni sulla successiva lezioni e uscii, ottimista sul prosieguo dell' esperienza.
    Il martedì successivo, pensai per tutto il pomeriggio se tornare a lezione di ballo, ci vado, non ci vado, ci vado.
    Non ci andai, indossai le scarpe , quelle da corsa e feci una corsetta nel buio in compagnia di qualche canzone.
    Forse quella sera la ragazza dai capelli castani non aveva un ballerino con cui fare coppia.
    Sicuramente un arrivederci, ma spero di non andarci solo.

    giovedì 22 aprile 2010

    Visioni Tecnologiche

    Alla fine degli anni 80 l'IBM mandava molto spesso presso i suoi clienti più importanti delle persone, considerate una sorta di guru, che avevano buone doti comunicative e raccontavano il futuro.

    Raccontavano di come sarebbero state le CPU del futuro, delle nuove tecnologie di costruzione, delle densita' via via crescenti dei transistor. Delle modalità di raffreddamento, ad aria e ad acqua.
    Filosoffeggiavano sulla potenza dei processori, sulla fatidica sigla MIPS (milioni di istruzioni al secondo) che secondo la visione IBM non era, come pensavano molti, una misura assoluta.
    A dirla tutta non avevano tutti i torti.

    A quei tempi i computer (che si chiamavano e si chiamano ancora Mainframe) occupavano stanzoni enormi, confinati dentro a bunker quai inacessibili. Tecnici in camice bianco li governavano attraverso schermi (mitiche consoles) dove scorrevano milioni di parole e sigle comprensibili a pochi, ma soprattutto ad altri computers.

    Computers che governavano altri computers.

    Oggi questo paradigma è ancora più sviluppato. Oggi nubi di computer virtualizzati sono ospitati in  nubi di computer fisici distribuiti in ogni dove. Chissà quale sarà il concetto che verrà dopo le nubi, chissà se sarà un temporale o un cielo sereno.

    Accanto ai computer da sempre ci sono i dischi, la memoria non volatile, il magazzino dove mettere dati e la logica di funzionamento. Anche loro hanno avuto e continuano la loro evoluzione.
    Sempre più piccoli , sempre più veloci, sempre più capienti.

    Anche la tecnologia dei dischi, in IBM aveva i propri profeti, che analogamente agli altri raccontavano il futuro.
    Uno di loro di cui non ricordo il nome un giorno disse :

    "Nei prossimi anni le sale macchine saranno completamente buie. Centinaia di dischi con le loro luci verdi memorizzeranno miliardi di informazioni.
    Nel caso uno di questi smettesse di funzionare una luce rossa ne evidenzierà la posizione e il motivo del guasto. Di li a poco una persona, accese le luci, sfilerà il disco inserendone uno nuovo. Lo scenario tornerà di sole luci verdi, il disco guasto sarà gettato senza curarsi dei dati che in precedenza conteneva.
    La persona spente le luci uscirà.
    Nessuna perdita di informazioni si verificherà a seguito del guasto."

    Questo scenario è oggi attuale e forse già superato da tecnologie ancora più sofisticate.

    Questa persona, finiva il suo racconto sul futuro, raccontando della casa che possedeva in un isola della grecia, con splendida veduta sul mare, in cui si ritirava dopo aver ripetutamente raccontato il futuro.

    Aveva capito che il presente va curato quanto il racconto del futuro.
    Spero sia ancora in quella casa, incurante di come sia finito il futuro che per anni è andato a raccontare, a rimirare la bellezza del mare.

    Accettazione della diversità o normalità ?

    Non mi sono mai sentito veramente male da dire : " mi sta succedendo qualcosa che sconvolgerà la mia vita".
    Anche il giorno dell'infarto non stavo veramente male e tutto era sopportabile.
    Avevo la convinzione che tutto passasse per conto proprio e che di grave non ci fosse niente.

    Non ho mai percepito, e probabilmente ancora non ho assimilato, che l'infarto lascia tracce e limita la vita delle persone, anche se la mia vità vive quotidianamente i limiti imposti da quanto è successo.

    Insomma, voglio dire, che lo star male non è sempre assimilabile alla gravità della malattia.
    Quando mi sono "addormentato" con il cuore fermo, ho percepito un forte giramento di testa, poi nulla più.

    (va bene non ricordo niente dei 4 giorni di coma, ma è come non ci fossi)

    Oggi sto abbastanza bene. Vivo una vita normale. Direi che peggio sto dal punto di vista personale, vivendo parallelamente una separazione e probabilmente questo ha in certi momenti messo da parte i veri problemi di cuore.

    Questioni di cuore in ogni caso.

    Nei giorni seguenti all'infarto, all'arresto cardiaco e al ritorno a casa il 3 settembre, ero tutto preso dall'ascoltarmi, dal sentirmi il cuore, a volte spaventato dalle extrasistoli.
    Raccontavo, a chi mi chiedeva cosa mi era successo, che avevo avuto piccoli problemi di cuore, completamente risolti e che avevo fatto dei controlli, ma non riuscivo a dire esattamente quello che mi era successo. Non volevo sentirne parlare e non riuscivo a parlarne.

    Poi sentivo l'icd sotto al mia spalla sinistra, vedevo la cicatrice, avevo dei dolori o dei fastidi che mi riportavano brutti pensieri. Il defibrillatore era un corpo estraneo in un corpo ancora più stranito o a dirla tutta sconvolto.

    Poi, tornato a vivere da solo, ho riacquistato via via un pò di sicurezza. Avevo superato in un colpo solo la paura della morte e mi sono via via convinto che l'icd stesse come lo spaventapasseri sta nei campi, questo mi aiutò ad allontanare le paure e i cattivi pensieri.

    La rieducazione è stata buona, ho corso molto in bici, ho recuperato un buon tono fisico e di conseguernza vivo una sorta di benessere indotto.

    Poi ho cominciato a parlare e a raccontare il mio accaduto, a volte ridendoci sopra con amici, parenti e conoscenti senza nascondere nulla. Fu questo il segnale che stavo andando  nella giusta direzione.
    Questo accadde abbastanza presto, verso la fine di settembre.

    Oggi a volte scherzo battendo sulla zona dell' icd paragonandolo alla stella dello sceriffo, che come tutti sanno ha il compito di riparare il cuore dalle pallottole.

    Vivo una vita normalissima, sto cominciando a fare dei progetti, anche se chiamarli tali è sicuramente ottimistico.

    mercoledì 21 aprile 2010

    SE ..... MA PERCHE'



    Se....................

    fossi stato più deciso con il mio medico, forse avrei incontrato un cardiologo capace di valutare correttamente la mia situazione. Ho avuto più di 2 anni di  tempo.

    avessi fatto una vita più regolata, meno lavoro, meno stress, più famiglia

    avessi continuato a correre dopo l'operazione al ginocchio, facendo regolarmente la visita per l'abilitazione agonistica

    avessi detto dei dolori al medico dell'ultimo elettrocardiogramma sotto sforzo, anche se mi sembravano sopportabili

    avessi ascoltato i consigli di chi mi stava vicino nell'andare dal medico molto prima

    avessi fatto le scale con più calma il 25 Agosto forse non avrei avuto l'arresto cardiaco

    mi avessi voluto più bene

    Ma perchè è successo a me che ...............................

    Ho sempre fatto sport , prima il calciatore , poi il maratoneta, poi anche il ciclista

    Non ho mai fumato una sigaretta in vita mia, nemmeno provato, sapendo che faceva male specialmente al cuore

    Ho sempre cercato di controllare il peso, tranne gli ultimi 5, 6 anni in cui sono arrivato a pesare 87 Kg

    Non ho mai preso una sbornia e raramente bevuto più di un bicchiere di vino a pasto.

    martedì 20 aprile 2010

    INTER - BARCELLONA 3- 1


    Meglio pensare all'Atalanta

    Nubi e nembi - Eyjafjallajokull

    Negli anni di nubi ne abbiamo avute più d'una non proprio portatrici di  pioggia.

    Senza andare alla nube primordiale, Seveso fu interessata da una nube tossica, di cui non sono probabilmente ancora finiti gli effetti e le conseguenze. Pur non essendoci stati morti, circa 250 persone riscontrarono la cloracne, una dermatosi provocata dall'esposizione al cloro e ai suoi derivati, che crea lesioni e cisti sebacee, mentre gli effetti sulla salute generale sono ancora oggi oggetto di studi. Migliaia di animali contaminati dovettero essere abbattuti, così come i vegetali investiti dalla nube si disseccarono e morirono a causa dell'alto potere diserbante della diossina.
    Nube tossica fu anche quella che colpi Bophal , poco dopo la mezzanotte del 3 dicembre 1984, uccise 754 persone, ma fonti non ufficiali ne stimano più di 10.000, avvelenandone da 150.000 a 600.000.

    Nube radioattiva fu quella che sprigionò la centrale nucleare di Chernobyl il 26 aprile del 1986. Qualche vittima la fece subito, soprattutto fra coloro che tentarono di bloccare la centrale subito dopo l'incidente.
    Alcuni di loro si sacrificarono per questo
    Altri sicuramente nel corso degli anni pagarono con la vita l'esposizione a quella nube radioattiva che si estese su tutta l'Europa.

    Anche la nube prodotta dal crollo delle torri gemelle dell'11 settembre 2001, resterà nella memoria di tutti noi.
    Fu un effetto e non la causa di un disastro, ma quell'evento cambiò il corso della storia.

    Oggi un vulcano, uno dei molti ancora attivi, si è permesso di svegliarsi, di creare la sua nube.
    Un'eruzione come tante altre in un paese, l'islanda , a margine del mondo ai confini del freddo. Ma il vulcano  dal nome impossibile, Eyjafjallajokull , non si ferma, anzi intensifica la sua eruzione e la nube cresce e si estende. Cresce fino ad arrivare ad infastidire le rotte aeree che sfiorano le alte latitudini per accorciare i tragitti intercontinentali.

    Continua a estendersi e arriva a coprire l'Europa. Gli aerei mal sopportano questa cenere fine e restano a terra. Si ferma uno dei mezzi di comunicazione simbolo del nostro tempo, simbolo della globalizzazione, simbolo del viaggio grazie ai voli low cost che hanno permesso a molti di visitare paesi lontanissimi.

    L'aereo che che ha rimpicciolito il mondo, che ha permesso produzioni distribuite su mezzo pianeta, si è fermato a causa di questo mostro preistorico, di questo residuo del tempo dei dinosauri, che l'uomo, che ha imparato a volare, non sa controllare o fermare ma si limita  a osservare sperando in una repentina quiete.

    Eyjafjallajokull 

    Maledetto Eyjafjallajokull

    Le notizie di agenzia riportano la disperazione di viaggaitori incapaci di ritornare alle loro case e bloccati negli aereoporti di mezzo mondo.
    In molti casi non hanno notizie di quando potranno riabbracciare i loro cari.
    In particolare si segnalano situazioni di disagio alle isole Maldive dove i turisti sono in trepida attesa di un volo che li riporti a casa.

    L'attesa di un aereo per il ritorno

    Inter - Barcellona

    Silenzio

    lunedì 19 aprile 2010

    La moviola in campo ?


    Ai tempi di Inter - Chelsea non c'era.
    Non sono un assiduo frequentatore dello stadio Meazza, ma vedere questa specie di soyuz volteggiare sul campo mi ha fatto gridare all'innovazione.
    Moviola in campo o nuovo punto di vista (POV) ?

    A dire la verità, inizialmente, c'era un certo ritardo tra la realtà che vedevo sul campo e la finzione che appariva sugli schermi di Sky che avevo davanti, poi, però,durante la partita tutto sembrava normale, compreso il ritardo.

    Il volo, a dirla tutta, di questo aggeggio mi è sembrato alquanto bizzarro. Tanto bizzarro, che a volte si abbassava talmente da dare l'impressione di toccare i giocatori.

    Soprattutto nei calci d'angolo talvolta l'ho visto piazzato meglio di Milito o Iaquinta.
    Quindi mi viene da chiedermi :

    "A quando il primo goal ?"

    domenica 18 aprile 2010

    Spal-Hellas Verona 1-1

    Philippe Gilbert attacca e va a vincere l'Amstel Gold Race

    Sicuramente L'Amstel non vale un Giro delle Fiandre o una Roubaix, ma a dirla tutta nemmeno una San Remo.
    In ogni caso per me è domenica da dedicare al ciclismo, irradiato dalla sempre puntuale Rai Tre, 

    Quindi verso le 15 e qualcosa, scatta l'ora X, occupazione del divano e attesa della diretta.
    Su Rai Tre, iniziata la telecronaca della gara. si sono dilungati, forse un pò troppo a  raccontare un pò di storia, ma siccome la corsa non era ancora entrata nel "vivo", come si dice in gergo, ci stava e non ha fatto male.

    Il bello è venuto quando finita la breve storia, che tra l'altro ha sottolineato le poche vittorie italiane, si è passati alla diretta.
    "Ecco i corridori stanno affrontando la prima 'cote'" , hanno esordito nella diretta i telecronisti , spiegando che le cote sono strani pendii, mai troppo duri, ma dove in genere si fa più selezione che sul Pordoi.
    "Bene mi son detto" , quando in un batter d'occhio la tivù si è sintonizzata senza nessun intervento su una partita di calcio, che per parecchi minuti, non sapevo perchè stesse la al posto di Cunego e quando se ne sarebbe andata.

    Dopo qualche secondo il telecronista, quello del calcio, dice: 
    " Ci scusiamo per i telespettatori del veneto che non hanno potuto seguire la gara dall'inizio".
    " E scusarsi con coloro che stanno perdendo l'Amstel, magari ripristinandola ?", pensai ancora speranzoso si trattasse di un errore.
    Errore non era e la partita rimase là. Del ciclismo nessuna traccia nemmeno nei canali digitali.
    Io ho preferito andare a fare un Bancomat, visto che di li a due ore dovevo portare un bimbo al circo, ignaro di come stava andando l'Amstel e fregandomene di Spal - Hellas Verona di non so che serie.
    Ora so di entrambe il finale e non mi dispiacerebbe sapere chi sia stato l'artefice di tale scelta.

    Che sia il nuovo che avanza ? 
    Il presidente  della regione, leghista, darà la precedenza allo sport padano - veneto ?
    Che ci siano stati problemi di ordine pubblico. Verona odia Ferrara ? 

    Chissà se qualcuno darà delle spiegazioni.............


    Momento topico della partita giocata allo stadio"Mazza" di Ferrara
    (ora so come si chiama lo stadio di Ferrara)

    La Fusina Padova

    Tra le corse antesignane delle grandi maratone dobbiamo annoverare una corsa che ebbe poche edizioni e che si corse alla fine degli anni 70.
    La Fusina Padova, organizzata dal Cai di Dolo (paese della riviera), partiva nei pressi della Laguna di Venezia (Fusina) e  arrivava nei pressi del Prato della Valle a Padova.
    Percorreva la riviera del Brenta e poi costeggiando in gran parte i Brenta arrivava a Padova.
    Non ricordo la sua lunghezza ma certamente si aggirava sui 35 Km.

    Mi iscrissi un primo anno ma dovetti rinunciare a correre per un malessere avuto la notte prima. Feci da supporto ad alcuni miei amici che parteciparono quell'anno.
    La seconda volta, forse doveva essere il 1978, partii discretamente allenato, a quei tempi mi allenavo due e tre volte alla settimana ed ero un assiduo frequentatore delle non competitive domenicali che in quegli anni erano esplose.
    Percorsi tutta la Riviera del Brenta senza grossi problemi, correndo in compagnia di un mio compaesano, di cui non ricordo il nome. Forse verso i 30 Km, finii la benzina, ma in maniera devastante e repentina.
    I restanti Km furono una sofferenza mai più vissuta, nemmeno nelle maratone di 15 anni dopo.
    Con l'esperienza di oggi, dovuta ai tanti anni passati a correre, posso dire che quella crisi fu dovuta al non aver bevuto e non essermi alimentato correttamente in corsa.
    Pensavo che ciò che avevo in corpo potesse bastare e che fermarmi a bere mi facesse perdere tempo.

    Arrivai a Padova, camminando e solo raramente corricchiando.
    Mi ricordo ancora la sofferenza di quel giorno.

    Poi della Fusina Padova non ne sentii più parlare e qualche anno dopo, si cominciò a parlare di Venice Marathon che in parte ne ripercorre il percoso.

    sabato 17 aprile 2010

    Cosa serve per inseguire un sogno



    Cosa server per inseguire un sogno ?

    Uno Zaino con dentro le poche cose essenziali
    Una chitarra Fender protetta nella sua custodia
    Qualche cartello di cartone con le destinazioni che vogliamo raggiungere
    Qualche soldo

    Chissà se questo ragazzo lo ritroveremo a suonare nella metropolitana di Parigi, o tra le vie di Berlino dopo aver lasciato le calli di Venezia.
    Chissà se tra qualche anno le sue canzoni  saranno nei nostri IPOD.
    Chissà se invece lo troveremo medico di un ospedale o impiegato di una banca danese.

    Nessuno di noi lo sà, lui per primo.
    Ho invidiato quel suo modo di girare il mondo inseguendo un sogno e la libertà, che pensavo prerogativa dei giovani della mia generazione

    Ho notato questa persona in un autogrill di seconda scelta, di primo mattino, dalla  macchina aziendale che mi stava portando in quel di Milano a parlare di "strategie IT".
    Mi sono sentito piccolo, vecchio come del resto sono, svuotato delle possibilità che il tempo via via mi ha tolto e che io non ho mai pensato nemmeno di tentare
    Troppo legato sono stato, alla paura di andare contro a chissà chi e che cosa, fantasmi che hanno condizionato la mia vita  e le mie scelte.
    Forse non avrei girato il mondo con la Fender ma oggi forse sarei diverso.
    Ho riacceso la macchina e ho continuato la mia missione aziendale, sperando che questa mia seconda vità abbia in serbo ancora qualcosa per me

    INTER - JUVENTUS 2 - 0


    Missione Compiuta

    giovedì 15 aprile 2010

    Sempre più fatica

    Avrei voluto dire che con oggi il cerchio potesse considerarsi chiuso.
    Dopo aver compreso mio malgrado i miei limiti personali e fisici, ora comincio a scoprire anche i limiti che gli altri, conoscendo i miei trascorsi, mi assegnano
    Forse chiuso lo è per certi versi, ma per altri si ricomincia, ma stasera vale la pena fermarsi non pensare e domani qualcosa potrà sembrare meno buio.

    Sono di fatto uno, che nonostante viaggi con un defibrillatore, rischia di schiattare in ogni momento, per il solo fatto che almeno una volta ciò è già successo. Succederà o no questo non lo sa nessuno, spero comunque nel caso ciò succeda di non fare del male nessuno.

    Quindi per questo motivo sono diventato un sorvegliato speciale tra i detentori di patente di guida.
    Oggi hanno decretato all'USL , che si, posso guidare ma ogni sei mesi mi passeranno al setaccio, vorranno sapere quanto il mio cuore sia andato bene o male per garantirmi la possibilità di continuare a guidare.

    Sei mesi al posto di 10 anni mi sembra un bel ridimensionamento,  difficile da digerire, ma  con un pò di pazienza farò anche questo.

    All'USL sono stati in fondo gentili e efficienti. Mi hanno pure fatto un velocissimo controllo della vista, insignificante quanto è stato superficiale.
    Poi un secondo medico ha guardato la documentazione, è sembrato interessato al mio caso, mi ha fatto delle domande, io ho raccontato tutto in poche parole.
    Si è in parte giustificato del breve periodo che mi stava assegnando:
     "vede il suo impianto di ICD è troppo recente",
    ma io non ho replicato.
    Poi una lunga attesa del "pezzo di carta" con tanto di marca da bollo, un modulo di domanda, già in vista dell'ormai vicino rinnovo di ottobre e poi fuori a ricominciare dimentico di essere un sorvegliato speciale o uno con il filo della vita più fragile degli altri.

    mercoledì 14 aprile 2010

    La Due Rocche

    Domenica 25 Aprile si corre una della corse più belle corse del panorama veneto : La due Rocche.

    Due Rocche

    Non ricordo l'edizione a cui io ho partecipato, ma in quegli anni il percorso più lungo  (circa 27 Km) si snodava per la zona dei castelli, dietro alle colline asolane per salire fin quasi alla Rocca di Asolo.
    Da li iniziava la via del ritorno che tra sentieri e saliscendi riportava a Cornuda.
    Questa seconda parte tutta immersa nel bosco e piena di saliscendi di varia pendenza era molto più bella della prima parte, che si sviluppava in massima parte su asfalto.
    Il mio tempo di allora 2 h 09 ' mi posizionava tra i primi 50.

    Nel caso potesse servire

    Alla fine del 2007 cominciai ad evvertire strani dolori alla spalla e allo stomaco.
    Questo succedeva nei momenti in cui facevo  sforzi, mentre correvo, camminavo a passo svelto, ecc... L'intensità del dolore in certi momenti era talmente alta da obbligarmi a fermarmi per far attenuare il dolore.

    Ci sono stati dei giorni in cui per raggiungere l'ufficio, nei cinquecento metri che lo separano dal parcheggio, dovevo fare due o tre fermate.
    In quei giorni la vita era impossibile. Poi per il resto della giornata i dolori sparivano anche se contemporaneamente io limitavo movimenti e spostamenti.

    I sintomi non erano sempre uguali, o meglio, c'erano giorni in cui c'erano e altri giorni in cui non c'erano.
    Pur temendo problemi di cuore, passai l'autunno del 2007 senza consultarmi con alcuno, tanto meno con un medico.

    All'inizio del 2008 la cosa si ripresento, in certi momenti ancora più forte,  tanto da limitare i movimenti   a pochi metri.
    In quel periodo la sola attività motoria che riuscivo a fare era camminare. I dolori normalmente comparivano all'inizio e poi sparivano e diventavano sopportabili per il resto della passeggiata.

    Stessa cosa per le poche volte in cui ho provato  a correre, forti  dolori iniziali, poi dolore o a volte fastidio sopportabile.
    Qualche volta, ma solo qualche volta allo sforzo non era abbinato il dolore e questo mi dava grande sollievo.

    Consultai il mio medico, raccontandogli sintomi e dubbi, chiedendo espressamente se non fosse necessario un check up al cuore, lui mi rassicurò che non era niente e che con molta probabilità erano sintomi da ansia.

    Pensando a dolori dovuti a postura, altra causa che il mio medico aveva identificato, mi affidai alle cure di mio figlio, osteopata. Nessun beneficio specifico, qualche sollievo per dei dolori alla spalla che comunque avevo.

    Sempre nell'inverno del 2008, tornai più volte dal medico, spiegando che i dolori non erano spariti e della mia preoccupazione relativamente al cuore.
    L'ultima volta lo trovai alla sera mentre chiudeva la porta dell'ambulatorio. Gli richiesi se ritenesse opportuno un controllo al cuore, arrivai quasi a implorarlo.
    Mi rassicurò dicendomi di stare tranquillo.

    Me ne andai e così imparai a convivere con questo dolore che nel corso del 2008 e 2009 ebbe alti e bassi, momenti in cui era più forte altri in cui spariva inspiegabilmente, momenti si sollievo e momenti di scoramento.
    Tutto questo ha limitato la mia vita in modo determinante, camminavo in montagna con  estrema fatica, con pause frequenti, sudando in maniera eccessiva.

    Fu solo nella primavera del 2009, quando i dolori ritornarono a essere molto forti che ripresi la via del medico.
    Ritornai più deciso dal mio medico e gli chiesi una visita cardiologica e un elettrocardiogramma sotto sforzo.

    Lui preparò le ricette e io prenotai a luglio del 2009 queste visite tanto richieste.

    La prima visita cardiologica e l'elettrocardiogramma non evidenziarono niente di particolare.
    Il medico mi prospettò cause derivanti dallo stomaco, ma sinceramente io non avevo e ho mai sofferto di problemi digestivi.
    Rimandò, quindi,  ogni diagnosi più completa alla prova da sforzo il 29 Luglio 2009.

    Durante quell'esame il dolore fu appena percettibile tanto che ritenni di non dirlo al medico.
    Alla fine della visita svenni, ma il medico giustificò questo accadimento con la mia scarsa preparazione.

    Mi rimandò a casa con il consiglio di esplorare lo stomaco e l'apparato digestivo.

    Il resto è già narrato in queste pagine. Dopo i problemi di agosto, ci furono giorni in cui ho elencato con rabbia e rassegnazione i se i ma, i cattivi comportamenti dei medici e il mio comportamento che pensava di allontanare il male  non nominandolo e disconoscendolo.
    La malattia comunque percorreva le sue strade, oltre le mie paure e il mio nascosto convincimento che le cose si sarebbero accomodate da sole.

    Le cose si sono accomodate, perchè c'è sempre un punto in cui la frana si ferma, solo che è ora cambiato il paesaggio.
    Per me è cambiato il paesaggio, l'importante è riconoscerlo diverso e non è detto che debba essere peggio di prima.

    Rifugio Bosconero 
    Val Zoldana
    Una delle mie mete sofferte dell'estate 2009

    lunedì 12 aprile 2010

    Memorie di un Maratoneta

    L'undici Ottobre del 1992 corsi la mia prima VeniceMarathon. Mi sembra fosse la 7ma, ma dovrei fare i  conti a ritroso.
    Già da un anno correvo quasi tutti i giorni, senza nessuna tabella, solamente " a sensazione" come imparai più avanti dal mio allenatore  a definire quel modo di correre.
    Già più di una volta mi ero spinto fino ai 30 Km, oltre i quali ritenevo inutile andare.

    Mi preparai per tempo il certificato che mi abilitava all'agonismo, come richiesto dal regolamento e non appartenendo a nessuna società fui definito "libero" nella lista dei partenti di quell'anno.

    Comprai all'expo anche un completo da corsa per l'occasione. Preparai le scarpe a dovere, mantenendo quelle che usualmente calzavo durante gli allenamenti.
    La settimana che precedette la gara fu un crescendo di emozioni e di paure. Temevo la grande fatica e naturalmente di sbagliare l'andatura facendomi prendere dall'entusiasmo.
    I due tre giorni precedenti limitai gli allenamenti al minimo, dando cosi modo al fisico di ricaricarsi.

    Il mattino della gara mi presentai di buonora a Stra, vicino alla famosa villa Pisani, luogo di partenza.
    Il tempo era brutto e minacciava pioggia.

    Al richiamo, entrai nelle gabbie di partenza assieme a qualche migliaio di persone. Attesi con crescente emozione lo sparo.
    Sopra di noi volteggiava l'elicottero della diretta TV, con quello strano occhio che puntava verso di noi.
    La partenza fu una liberazione e impostai il ritmo che mi ero prefissato : 4.30 Min/Km.

    Dopo poco la pioggia minacciata arrivò violenta e fredda ma non intralciò oltremodo la corsa, solo qualche fastidio alle coscie forse dovuto al freddo. Continuai la corsa senza grossi problemi gestendomi meglio del previsto.

    Il tragitto nonostante la pioggia fu accompagnato da migliaia di persone che non mancavano di incitare i corridori. Tutta questa partecipazione fu un piacevole diversivo che non faceva pensare alla fatica e mi faceva credere di essere per un momento protagonista.

    Le cose andarono più o meno così per i primi 30 Km, paesi, file interminabili di persone, orchestre ai bordi della strada ci salutarono instancabili.
    Verso il 33 Km nei pressi del fatidico ponte della ferrovia, che ci avrebbe portato a Venezia, il pubblico si diradò in pochi minuti. Mi ritrovai un pò più solo, stanco, ma  continuai con il mio ritmo, solo un pò più lento.

    Lungo il ponte molti proseguivano a piedi, stanchi e spossati, altri raggiunto il ristoro si fermavano più del dovuto e quanto necessario a riprendere forze.
    Nel frattempo aveva smesso di piovere ed era apparso un pallido sole.
    Gli ultimi 3 Km furono molto duri,  avevo finito la benzina. Passai il ponte di barche e ammirai San Marco.
    Quando raggiunsi l'altra parte apparve il cartello del 41 Km, l'ultimo, salvo i duecento metri finali.
    Arrivai senza aumentare la velocità, non avevo ambizione di tempo e tagliai il traguardo bloccando il cronometro a suggello di questa mia impresa.

    Avevo coronato un sogno che sin da bambino avevo dentro. Avevo quasi 35 anni.
    Il tempo  : 3.17.18

    domenica 11 aprile 2010

    Roma - Atalanta 2-1



    Classifica Serie A

    Del sorpasso non ne parliamo.
    Aspettiamo la prossima,
    Inter con la Juve,
    Roma nel derby con la Lazio.

    Un bravo a Ranieri.

    Prima esperienza 3D - Dragon Trainer



    Bella favola ambientata in un paese vichingo alle prese con dei draghi che attaccavano animali e persone.
    Protagonista un ragazzino molto americano e poco vichingo che con raziocinio e coraggio, oltre che a una buona dose di fortuna, trova il bandolo della matassa.

    Ognuno, uomini e draghi, devono fronteggiare la loro lotta per la sopravvivenza dove a volte si è carnefici e vittime al tempo stesso.
    Ognuno porta dentro di se un parte buona, difficile da esternare quando si lotta per la vita.

    Si ritrovano nel film messaggi sociali non banali, primo fra tutti quello dell'accettazione diversità, sottolineato soprattutto nel finale del film.

    Il combattimento finale ricorda molto le lotte dei cartoni di Goldrake con esplosione e distruzione finale del nemico.

    Versione 3D piacevole, completata da effetti sonori avvolgenti quanto le immagini.
    Non condivisibile la velocità di certe scene, di certi movimenti che sono tanto brevi da diventare impercettibili. Non mi immagino draghi che ai tempi dei vichinghi viaggiassero a  velocità supersoniche.
    Penso che, fossero andati più piano la storia non ne avrebbe perso.

    sabato 10 aprile 2010

    FIORENTINA - INTER - 2 - 2


    Poteva  andare peggio, 
    Per come era cominciata,
    Poteva  andare meglio,
    Per come si era raddrizzata.

    Commento sulla partita : Al Franchi si sono fronteggiate due squadre che avevano il chiaro intento di muovere la classifica e spartirsi la posta in palio. Ad avvalorare questa tesi l'inserimento nel finale di Quaresma.

    Nota sulla telecronaca su Premium : Partita dove si sono verificate numerose ammucchiate.

    Un uomo fortunato

    Oggi  ho  fatto la mia ora di corsa, lenta , pilotata come sempre dal cardiofrequenzimetro. Percorro sempre le stesse strade come facevo un tempo, anche se ora le strade sono diverse, più brevi meno isolate.

    Percorro le stesse strade cercando inconsciamente i  riferimenti cronometrici che cercavo un tempo.
    C'è però una differenza sostanziale, il cronometro c'è ma non è la cosa più importante.
    Ha volte mi lascio tentare dalla voglia di seguire le sensazioni e accelerare, ma lascio stare e alzo il polso a guardare quanto sta lavorando il mio compagno di viaggio.

    Non che vada piano, ma non posso accelerare. Sono fiducioso che con il tempo le cose possano migliorare e chissà che qualcosa in più si possa fare.
    Ora continuo di questo passo senza fretta, mi verrebbe da dire, con la voglia di volermi bene ma anche per coloro che mi vogliono bene.
    Sono un maratoneta zoppo, o meglio un amante della corsa che ora può continuare a correre nonostante ciò che è successo. Un uomo fortunato.

    Ma per favore !!

    E va be' , ultimamente uso i punti esclamativi, sarà il livello di delusione e arrabbiatura.
    Insomma finite le elezioni cominciano a parlare i vincitori.
    Sembra che si voglia finalmente ripartire, e da dove si riparte ?
    Dalla questione del presidenzialismo, francese, mezzo francese o altro modello esistemte sulla faccia della terra.

    Mi sembra di vedere quei medici, di mestiere e non di vocazione, che mentre ti visitano parlano al telefono con non so chi delle prossime vacanze.
    Insomma signori smettetela con queste divagazioni. La storia ha dimostrato che non c'è legge elettorale che tenga quando un paese decide di cambiare classe politica.

    Quindi provate a pensare a qualcosa per i cittadini che vi hanno votato,
    per il futuro dei loro figli che a 30 anni vivono con contratti a progetto senza futuro,
    per i cinquantenni che se perdono il lavoro passano direttamente nel mondo degli emarginati,
    per tutti coloro che il lavoro ce l'hanno e vogliono mantenerlo
    pensate a rivitalizzare un'economia senza idee,
    senza innovazione, 
    che non sà più competere con i cinesi, gli indiani, ma nemmeno con qualsiasi altra economia mondiale.

    Mettete tutti nella condizione di gareggiare ad armi pari,
    con legge uguali per tutti.

    Cominciate a cambiare al testa delle persone,
    promulgate l'educazione civica, il rispetto degli altri.
    Chi non paga le tasse non è più furbo degli altri e modello vincente,
    ma una persona che toglie agli altri in maniera impropria.

    Insomma smettetela di cazzeggiare,
    la tecnica oramai la conosciamo bene.

    Buon lavoro ai vincitori e ai vinti